.

.

.La  vita comunitaria che vogliamo

..

Quando i discepoli si sono do-mandati chi doveva stare al centro della loro piccola comunità, forma-tasi alla sequela di Gesù, Gesù non ha posto in mezzo uno di loro, ma un piccolo (cf. Mc. 9,36). Un gesto chiaro per dire che la vita comunitaria non è centrata su se stessi ma sull’altro, e in modo particolare sui piccoli di cui parla il Vangelo e nei quali Gesù si è identificato. Ma decentrarsi da sé è difficile.

Abbiamo bisogno di un cammino perseverante ed esigente sotto la guida dello Spirito Santo, un cammino che liberi la vita comunitaria da personalismi o grandezze che nulla hanno a che vedere con quanto Gesù ha insegnato e vissuto, un cammino che ci ponga in stato di conversione e ci conformi a Cristo Gesù che ha compiuto la volontà del Padre e non la propria, ed è stato in mezzo ai suoi come colui che serve. Enzo Bianchi, in un’omelia alla comunità di Bose, diceva: “La nostra vicenda è stata anche quella di Gesù, che ha vissuto con i suoi amici per tre o quattro anni: uno lo ha tradito, uno lo ha rinnegato e si è pentito, quasi tutti gli altri sono fuggiti alla sua morte e lo hanno lasciato solo. E si chiedeva: “E dovrebbe andare meglio a noi, che non abbiamo né la grazia né le forze di Gesù?”.

La vita comunitaria è effetto ed opera dello Spirito Santo.

Egli unisce al di là delle simpatie o delle antipatie, delle affinità o delle diversità, delle età e delle situazioni esistenziali. Gestite da noi, queste realtà diventano spesso motivo di scoraggiamento e di tensione.

Quando non cogliamo più il soffio trasformante e creativo dello Spirito entro la vita ecclesiale dobbiamo interrogarci se, magari inconsapevolmente, al centro mettiamo noi stessi e le nostre piccole misure di sguardo, di prospettiva e di desiderio. Questa fase pastorale, con il rinnovo dei Consigli Parrocchiali, ci pone in una situazione nuova ed attende da noi una risposta. Ecco, dice il Signore per bocca del profeta Isaia, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (Isaia 43,19).

Realtà nuova siamo noi, quando ci affidiamo all’azione potente e trasformante dello Spirito Santo per vivere il battesimo che abbiamo ricevuto e diventare sacerdoti, profeti e re entro la concretezza della vita comunitaria.

Cogliamo il suo soffio e usciamo da noi stessi, centriamoci su Cristo e prendiamoci cura di Lui amando e servendo questa comunità, con gratitudine e gioia, con umiltà e disponibilità.

.

.

DOMENICA 30 MAGGIO

L’appartenenza che si fa festa

.

.

La festa dell’appartenenza è vicina e ci apprestiamo a prepararla come si fa con un appuntamento atteso e desiderato.

Essa segna la conclusione di una fase dell’anno pastorale, dedi-cata soprattutto alla catechesi per i piccoli e gli adulti e alla pre-parazione e celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione, e segna l’avvio delle iniziative che favoriscono in modo particolare lo stare insieme, come il Grest e gli spazi aperti.

Domenica 30 maggio sarà dunque una domenica speciale.

La S. Messa della festa dell’appar-tenenza sarà celebrata nella pa-lestra di via Monticano alle 10.30. Avrà come tema celebrativo: “Le vocazioni fioriscono”, e come segno una composizione floreale.

Ripeteremo il nostro “ECCOMI” alla chiamata che il Signore ci ha rivolto nel battesimo. Le coppie sposate presenti rinnoveranno le promesse pronunciate il giorno del loro matrimonio.

Dopo la S. Messa , nel capannone attiguo, sarà servito l’aperitivo a tutti, e il pranzo a coloro che lo hanno prenotato. Il servizio, come gli scorsi anni, sarà fatto dalla Polisportiva, che ringraziamo della disponibilità.

Le iscrizioni al pranzo saranno raccolte presso il bar parrocchiale:          Sabato 15  e  Domenica 16, dopo la Santa Messa

              Sabato 22  e  Domenica 23, dopo le Santa Messe

               Lunedì  24  e  Martedì  25, dalle ore 18.00 alle 20.00

QUOTA : euro 13.00

 :  euro  6.00  per i bambini fino ai dieci anni

.

.