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Parrocchia di Campolongo in Conegliano

anno 20  n. 20      10. 04. 2011   

 

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“ CHI CREDE IN ME,

  ANCHE SE MORTO, VIVRA’ !”

 

L’episodio della risurrezione di Lazzaro, che proclamiamo in questa domenica, si interseca con la terza tappa del cammino in preparazione al battesimo che stiamo facendo insieme con due fanciulli catecumeni della nostra comunità.

Il dialogo tra Gesù e Marta è tutto incentrato sulla fede.

E’ la fede in Gesù che ottiene la risurrezione di Lazzaro.

Senza l’esperienza della fede in Gesù nessuno può avere da lui la vita di figlio di Dio che egli è venuto a donarci.

E’ quanto la nostra comunità vuole trasmettere oggi a Pablo e Alessandro, con la consegna del Credo e del Padre Nostro.

L’unzione con l’olio dei catecumeni dona loro la forza di vincere la lotta contro il male che ogni discepolo deve affrontare.

La professione di fede che oggi faremo con loro comporta un impegno  per comprendere chi è Dio e quanto ha fatto per noi.

La preghiera del Padre nostro ci aiuterà a conoscerlo e a pregarlo come Padre pieno d’amore per noi.

L’unzione con l’olio dei catecumeni, è segno di salvezza che fortifica i due nostri fratelli, perché vivano nella fede in Cristo risorto.

Il segno che oggi viene posto sul grande libro, è il Padre nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato.

Impariamo a scoprire il volto di Dio, a sentirlo vicino come Padre e a fidarci sempre di Lui.           

                                                                                        Gianfranco

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’insegnamento dei popoli oppressi 

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Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Non a caso ho voluto iniziare questa riflessione citando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Perché ho spesso riletto e pensato a fondo su queste semplici ma chiare parole, in questi ultimi tempi. Sono passati quasi tre mesi dall’inizio delle rivolte nel Nord Africa; e ancora la situazione non accenna a migliorare. A gennaio, è scoppiato l’incendio della guerra civile nel Magreb. Un incendio acceso dalla tragicità delle torce umane. Le fiamme di questo fuoco, alimentato da voglia di libertà e democrazia, ci hanno scottato in maniera del tutto improvvisa. La sorpresa per questi eventi è stata enorme; nessuno si aspettava che la Tunisia, l’Egitto e la Libia fossero bombe pronte a esplodere. Abbiamo fatto il grosso errore di credere che questi popoli non potessero indignarsi, protestare, insorgere contro dittatori sanguinari. Li abbiamo sottovalutati. Peggio, li abbiamo ritenuti deboli e inferiori, incapaci di reagire. Non li abbiamo considerati eguali a noi, dotati di quel senso critico che spesso ci fa notare quando la misura è colma. Eppure io sento di aver imparato una grande lezione da questi popoli; mi hanno insegnato cosa vogliono dire davvero libertà, eguaglianza, fratellanza. Mi hanno mostrato che non sono cose scontate, accessibili a tutti; che sono valori che bisogna esigere con tutte le proprie forze, e che bisogna considerarle come le cose più preziose per la vita di un uomo. La libertà non è un diritto, purtroppo, ma un privilegio; e noi occidentali abbiamo, senza esserne del tutto consapevoli, uno dei più grandi privilegi concessi all’uomo. La verità è che noi siamo talmente abituati a vivere nella libertà da darlo per scontato. E non ci accorgiamo che, in realtà, migliaia di persone soffrono nel mondo, perseguitate dal potere di uomini malvagi e crudeli. Ciò, dunque, mi spinge a ringraziare ed ammirare la forza e la volontà di questa gente coraggiosa, che ci ha scosso dalla nostra quotidiana apatia per farci vedere uno degli aspetti più tragici di questo nostro mondo.

È nostro dovere stare ad ascoltare la loro storia, imparare da coloro che davvero hanno principi veri da insegnarci.

Questi popoli ci stanno ricordando cosa vogliono dire queste tre parole: libertà, eguaglianza, fratellanza. I tre valori su cui si basa la democrazia occidentale, che noi sembriamo aver dimenticato. L’abitudine genera spesso inconsapevolezza, e il fatto che noi nasciamo e viviamo come persone libere ci porta di frequente a darlo per scontato. I ribelli del Nord Africa ci hanno aiutato a rimembrare cosa significano questi diritti.

Toccherebbe a noi, ora, aiutarli. Le guerre civili hanno come conseguenza un’ inevitabile ondata migratoria che già ha iniziato a lambire le nostre coste. E noi, proprio quando il bisogno si fa incalzante, e l’ aiuto è invocato da migliaia di voci disperate, noi esitiamo. Esitiamo, perché abbiamo dimenticato la fratellanza; esitiamo, perché li vediamo diversi, li temiamo, e temiamo la loro religione; esitiamo, perché abbiamo paura di questi clandestini. Sta nascendo in questi anni, in Italia, un pericoloso senso di xenofobia, che si sta rapidamente diffondendo, grazie anche all’operato di alcune forze politiche. Le innumerevoli polemiche nate per l’assegnazione degli immigrati alle regioni in Italia ha del vergognoso; noi, un paese cattolico e abitato per gran maggioranza da cattolici, abbiamo forse scordato due fondamenti della cristianità, la pietà e la carità? Siamo davvero diventati così refrattari alla disperazione altrui, a tal punto da indugiare nel porre aiuto? Io non credo. Abbiamo la possibilità di aiutare questa gente bisognosa, voltando le spalle a secoli e secoli di inutili guerre religiose che non hanno portato altro che morte; possiamo dimostrare che una pace tra musulmani e cristiani è finalmente possibile. Dobbiamo dare noi la mano al nostro fratello arabo perché possa rialzarsi, e far vedere che nel momento del bisogno possono contare sul nostro aiuto. È nell’esempio e nelle parole di Gesù, dunque, che dobbiamo trovare la risposta ai nostri dubbi su chi è diverso da noi: dobbiamo amare il nostro prossimo come noi stessi. Dobbiamo forse fare per primi il salto di qualità, e abbattere il muro che ancora divide gli uomini, il muro dell’odio; per poter credere che sia possibile davvero, un giorno, essere tutti liberi, eguali, fratelli.                                              

    Andrea Felli

 

 

 

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CALENDARIO LITURGICO

V quaresima:                 Ez. 37,12-14; Rm. 8,8-11; Gv. 11,1-45

anno A                                                                          1 salterio

Martedì

12

8.30

memoria di tutti i defunti 

 

Mercoledì

 

13

18.30

 

memoria di Dei Negri Mario

 

Giovedì

14

8.00

memoria di tutti i defunti

 

Venerdì

15

18.30

memoria di Camilotto Claudio

Sabato

 

16

18.30

memoria di Ros Pierangelo e Monica

memoria di Feletti Ottavio

memoria defunti Miraval e Ros

memoria di Sanson Antonio e Bortolotto Caterina

Domenica

Le palme

17

9.00

 

 

 

10.30

 

memoria di Petris Fernanda

memoria di Barazza Carmela

memoria di De Cicco Giovanna

 

memoria di De Nardo Antonio

memoria di Bellotto Giuseppe

intenzione di persona devota

 

 

CALENDARIO  PASTORALE

OGGI:              alle ore 16.00 

incontro del post-battesimo

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            alle ore 17.30 ricerca sul matrimonio cristiano

 

Lunedì 11, 

alle 20.30 

in via degli Olmi, si riunisce il Consiglio Pastorale  

CATECHESI DEL VESCOVO: 

Martedì 12, 

alle ore 20.30, 

a S. Vendemiano

Giovedì 14,

 alle ore 20.30,

 incontro dei genitori dei bambini della prima comunione

 Venerdì 15 aprile in via degli Olmi 

alle 20.30, 

ascolto del vangelo: Mt.26,14-27,66

La casa di via degli Olmi sospende l’apertura durante la settimana santa 

sabato16 aprile

alle  14.30

 incontro dei genitori dei bambini di 1° e di 2° elementare

sabato16 aprile

Ritiro giovani

ore 15,30 

In parrocchia, un gruppo di giovani si sta confrontando sul loro essere giovani, credenti, membri della Chiesa, tenendo come riferimento il proprio vissuto ed il vissuto delle prime comunità cristiane. 

il confronto continuerà con l’aiuto di don Roberto Bischer

Sabato 16  ritiro giovani

 

NON c’è Oratorio  

  Domenica 17 aprile

la celebrazione

della Messa delle ore 9.00 e delle 10.30 

inizierà davanti alla cappella con la benedizione dell’ulivo

   Lunedì 18  alle 15.00  

celebrazione  penitenziale 

per i bambini e i ragazzi. 

 Alle 20.30, per gli adulti

Martedì 19: confessioni 

 Il prossimo Annuncio verrà portato nelle case. 

Riporterà gli orari delle celebrazioni della settimana santa

 

 

 

 

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)