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Parrocchia di Campolongo in Conegliano

anno 17  n. 24       11. 05. 2008   

 

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Bellezza e valore del rito di accoglienza

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Sabato scorso, durante la Messa delle 18.30 abbiamo celebrato l’Accoglienza di sette bambini:

 

Andrea Polesel                          di Dimitri e Mariangela

Azzurra Messedaglia                di Fabio e Nadia

Filippo Merz                               di Roberto e Roberta

Francesco Favalessa               di Marcello e Roberta

Ludovico Tesser                        di Alessandro e Renata

Nicola e Riccardo Tronchin      di Andrea e Graziella

 

Abbiamo visto l’emozione e la gioia delle loro famiglie che li hanno presentati all’assemblea, consapevoli del dono che essi per primi hanno ricevuto.

Abbiamo ascoltato la richiesta dei genitori di accoglierli in seno alla comunità ed il loro impegno ad inserirli progressivamente nel mistero di Cristo, impegno confermato dai padrini e da tutta l’assemblea riunita. 

Ed infine li abbiamo visti segnare con il segno della croce di Cristo, in memoria di Gesù e del suo amore per noi.

Questo rito valorizza il cammino della comunità cristiana, ci permette di conoscere i nuovi membri della comunità e di vedere realizzarsi in essi la promessa di molti frutti.

 

                                                                                    Stefania e Giovanni

 

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Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

No alla rassegnazione

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Davanti a una decisione così seria è importante, però, che non vincano la rassegnazione e la volontà di chiudere troppo rapidamente questa pagina. La separazione diventi invece occasione per guardare con più distacco e forse con più serenità la vita coniugale. Non è opportuno – ci insegna un saggio principio della vita spirituale – prendere decisioni definitive quando il nostro animo è scosso da inquietudini o burrasche.

Non è detto che tutto sia perduto: ci sono forse ancora energie per comprendere che cosa è accaduto nella propria vita di coppia e di famiglia; forse si può ancora desiderare e scegliere di cercare un aiuto saggio e competente per avviare una nuova fase di vita insieme; o forse c’è solo lo spazio per riconoscere onestamente delle responsabilità che hanno compromesso decisamente quel patto di amore e di dedizione stipulato col matrimonio. Ci sono, sempre, delle responsabilità. E se anche, spesso, le addossiamo volentieri all’ambiente, alla società, al caso, in verità sappiamo che ci sono anche le responsabilità nostre. Anche se non voluti, anche se posti senza iniziale malizia ma solo per superficialità, ci sono gesti, parole, abitudini e scelte che hanno pesato e hanno determinato un certo esito della vita a due. Quanti sposi si trovano soli e sentono questa situazione come un’ingiustizia subita: “Io non ne ho colpa! Io non volevo! Io ho fatto tutto il possibile!”.

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La parola della croce

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A quanti, nella luce della verità, comprendono di aver avuto una precisa responsabilità, anche grave, nel dissipare il tesoro del proprio matrimonio, vorrei fraternamente chiedere di accogliere l’appello dell’amore misericordioso di Dio, che ci giudica con verità, ci chiama alla conversione, ci guarisce con la proposta di una vita nuova.

Riconoscere questa propria responsabilità non vuol dire vivere in un inutile e dannoso senso di colpa. Vuol dire piuttosto aprire la propria vita a quella libertà e novità che il Signore ci fa sperimentare quando, con tutto il cuore, ritorniamo a lui. E tutto quello che è ancora possibile fare per porre rimedio alle conseguenze negative che toccano la propria famiglia, per cambiare la propria vita… tutto questo deve essere fatto con coraggio e sollecitudine. A quegli sposi, invece, che anno maggiormente sentito come ingiustizia subita la crisi del loro matrimonio, voglio dire che essi, in quanto cristiani, non possono dimenticare la dolorosa ma vivificante parola della croce. Da quel terribile luogo di dolore, di abbandono e di ingiustizia il Signore Gesù ha svelato la grandezza del suo amore come perdono gratuito e come offerta di sé.

Come vescovo, e anzitutto come cristiano, non posso dimenticare questa parola, ma sento il bisogno di offrirvela discretamente come una parola che, pur facendo sanguinare il cuore e la vita, non è senza frutto, e non è senza senso. E se anche avete da portare in ogni celebrazione eucaristica solo la vostra fatica a capire e a perdonare, in realtà avete già un grande tesoro da offrire, insieme a Cristo, nel memoriale della sua croce: l’umile abbandono della vostra povertà. Nelle vostre dolorose pagine di vita i bambini sono spesso tra i protagonisti innocenti, ma non meno coinvolti. E lo sono anche i figli più grandi, che vedono crollare le loro certezze affettive nell’età delicata dell’adolescenza e spesso intravedono con più difficoltà la realizzazione, un domani, del loro sogno di amore. Ma la speranza non viene meno: ogni giorno vediamo attorno a noi esempi eroici e ammirevoli di genitori che, rimasti soli, fanno crescere ed educano i propri figli con amore, saggezza, premura e dedizione. Ringrazio queste mamme e questi papà che danno un grande esempio a tutti noi. Li ringrazio, li ammiro e spero proprio che le nostre comunità siano di sostegno nelle loro eventuali necessità.

Nello stesso tempo voglio raccomandare a tutti i genitori separati di non rendere la vita dei loro figli più difficile, privandoli della presenza e della giusta stima dell’altro genitore e delle famigli di origine. I figli hanno bisogno, anche seguendo le recenti garanzie legislative, sia del papà  sia della mamma e non di inutili ripicche, gelosie o durezze.

Quanto fin qui ho detto per situazione di separazione, vale a maggior ragione per chi ha fatto la scelta, talvolta subita e quasi ineluttabile, del divorzio e la scelta del divorzio seguito da una nuova unione. E vale anche per chi non è stato coinvolto direttamente in una vicenda di separazione o di divorzio, ma vive una situazione di coppia con una persona separata o divorziata. Anche pensando a queste persone vorrei farmi un’ultima domanda, che mi sta molto a cuore e che desidero condividere con molta sincerità con voi.      

                  Card. Tettamanzi

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CALENDARIO LITURGICO

Pentecoste:     At. 2,1-11; 1 Cor. 12,3-13; Gv. 20,19-23

anno A                                                       2 salterio

Martedì

13

8.30

memoria di tutti i defunti

 

Mercoledì

14

 

18.30

 

memoria di tutti i defunti

 

Giovedì

15

7.30

memoria di tutti i defunti

Venerdì            

16

18.30

 

memoria di tutti i defunti

 

Sabato

17

18.30

 

memoria di Fighera Carmelo e Rita

memoria di Feletti Ottavio

memoria di Piccin Giovanni

memoria di Doimo Lorenzo

 

Domenica

 

Ss. Trinità

 

18

9.00

 

10.30

memoria di Cais Ettore e Dalla Putta Paolo

intenzione di una famiglia

 

memoria di Freschi Eugenio e Maria

memoria di Camilotto Claudio

memoria di Sperandio Luigi, Anna, Piero

memoria di Nadal Loretta

 

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CALENDARIO   PASTORALE  

Lunedì 12, a Collalbrigo,

 Unità Pastorale  

 Mercoledì, alle ore 20,30,

 incontro dei  genitori dei ragazzi di prima, seconda, terza media

Giovedì 15, al Toniolo

incontro di verifica pastorale per la forania di Conegliano, 

con il Vescovo. Ore 20.30

Sabato 17, alle ore 14.30, 

incontro dei genitori dei bambini di prima e di seconda elementare

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Domenica 18 maggio

 

Festa dell’appartenenza

 

  La Messa delle  ore 10.30 

viene celebrata nella palestra  

di Via Monticano.

 

 La Messa del sabato e delle ore 9.00, in chiesa

 

oggi ultimo giorno per iscriversi al pranzo

Sono graditi dolci da condividere insieme

Ci sarà l’aperitivo per tutti

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Dal 14 al 17 maggio, a Roma

convegno internazionale dell’Ordine delle vergini

- Venerdì 23 

ritiro 

per i bambini che domenica 25 fanno la comunione  

- Sabato 31 maggio

 veglia mariana

- Domenica 1° giugno, alle ore 10.30,  

  Messa conclusiva del catechismo

 

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)