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“Sentinella, quanto resta della notte?”

La tempesta finanziaria mondiale, che ci ha investito, sta mettendo in discussione gli assetti nazionali, europei e mondiali. Forse non ce ne rendiamo conto, ma ci siamo pericolosamente avvicinati al fallimento del Paese. Stiamo perdendo le sicurezze su cui abbiamo costruito la nostra vita: il lavoro stabile, un buon reddito, i risparmi, la pensione garantita. Il rilevante calo della occupazione e il costante aumento dei prezzi sui generi di prima necessità producono nuove povertà. Siamo in presenza di uno sconvolgimento che non è solo italiano, ma europeo e mondiale. Se l’Italia non ce la farà, sarà un crollo dell’Europa e del mondo, con gravi conseguenze per tutti, soprattutto per i più poveri. È inoltre evidente che questi mali incombenti non sono solo economici e politici, ma anche etici. Dipendono cioè dalle nostre scelte individuali e collettive. L’eccesso di consumismo, gli sprechi, la sete insaziabile di denaro, l’uso avido delle risorse è il terreno fertile su cui sono proliferate le criminali speculazioni finanziarie, che hanno determinato uno scenario devastante.

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La sentinella risponde:

«Viene il mattino, poi anche la notte;

se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!».         Is. 21,11-12

Siamo in tempo di calamità. Non intravvediamo nulla di buono. C’è grande paura. Come cittadini e cristiani ci domandiamo: che fare? Quando sarà la fine di questa notte fonda? Ma qualcosa di grande e di nuovo sta per accadere. La perdita delle sicurezze ci apre al futuro. Ci sono dei segnali.

La crisi ci educa a nuove relazioni umane in famiglia, nella società, nel lavoro. Ci costringe ad un uso più essenziale dei beni, ad un rispetto maggiore della natura e ad un’equa distribuzione delle risorse. Ci chiede  assunzione di responsabilità e nuovi stili di vita. Ci obbliga a ripensare il lavoro, non solo come fonte di reddito, ma come condizione essenziale per progettare il futuro personale e collettivo.

 Il popolo di Israele, deportato in Babilonia, chiede al profeta Isaia (la sentinella), quanto resta della schiavitù (della notte), quando vi sarà la liberazione. Non c’è una risposta temporale. Quando, non si sa. Ma è certo che il mattino viene a condizione che ci si converta. L’ attesa silenziosa e vigile comporta un tempo di conversione, in cui ognuno trova il suo giusto orientamento. Abbandoniamo l’idolatria del possesso, del potere e del denaro; pratichiamo la giustizia. Cerchiamo nella storia la presenza di Cristo; fidiamoci della sua promessa e troveremo un’umanità e un mondo nuovi.                          Elio

è la chiave

per uscire

dalla crisi,

ritrovando

l’anima

del Paese

 Dono e gratuità

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