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La
settimana sociale dei cattolici
Nei
giorni dal 7 all’11 febbraio la diocesi ha celebrato la 8a
Settimana Sociale.
In occasione del 150° anniversario dell’unità
d’Italia, sono state oggetto di riflessione le ragioni storiche
di un’unità incompiuta, i valori e le forze a confronto tra chi
crede all’unità e chi non la ritiene utile, i cattolici e la
questione meridionale, i problemi che affliggono oggi il nostro
Paese.
Per
noi cattolici il punto di vista
è quello del bene
comune. Esso non è la somma dei beni
individuali, degli interessi privati di singoli o di gruppi. È la
piena realizzazione della persona umana dentro le relazioni
sociali. È un punto di vista più alto, che va oltre il gioco
delle parti e che punta a realizzare «la vita buona» sia
personale che collettiva. Una
realizzazione che non coincide con la soddisfazione di interessi
parziali, anche legittimi, che oggi emergono con forza.
C’è
preoccupazione per la condizione di degrado dell’Italia. Si è
aperto uno scenario di gravi tensioni e incertezze.
Una
generale crisi di valori sta attraversando la nostra politica e
c’è la sensazione che la presenza dei cattolici sia
insignificante.
Ma
c’è anche la convinzione che
il riscatto della politica non potrà avvenire senza i cattolici.
Lo ha affermato Gian Enrico Rusconi nella seconda serata.
Abbiamo una grande responsabilità.
La
Conferenza Episcopale Italiana condivide «l’importanza
della presenza nell’arena politica di cattolici formati e
appassionati a questa esigente forma di carità, uniti attorno a
quei valori che costituiscono il fondamento irrinunciabile della
socialità».
Servono
al Paese generazioni nuove e giovani che si preparino
all’impegno politico con una spiritualità forte e una vita
coerente.
Il mondo cattolico deve tornare ad amare la politica,
uscendo dalla privatizzazione
della fede.
C’è una buona politica, quella che sa porsi a servizio della
causa dell’uomo: a questo compito non possono sottrarsi i
cristiani.
Il
bene comune e l’unità del Paese dipendono
anche dalla nostra partecipazione attiva e responsabile.