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Parrocchia di Campolongo in Conegliano

anno 19  n. 18      28. 03. 2010   

 

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Che cosa significa essere in comunione nella Chiesa?

Quali sono le condizioni e i limiti della comunione ecclesiale?

 

Davanti alle debolezze dei membri della Chiesa l’atteggiamento giusto è quello di ritornare al mistero di Dio e di interrogarci, alla sua luce, su quali sono le nostre personali scelte di fondo.

Dio si rivela a noi come intima e piena comunione di persone: un continuo e fecondo compiersi nella libertà e nell’unità.

Nella relazione con noi, turbata dal nostro peccato, Dio rivela la misericordia, il prendersi cura, come buon samaritano, delle nostre ferite e il pagare di persona, attendendo fiducioso la guarigione che a suo tempo verrà. Dio è un bravo educatore.

La Chiesa tende a vivere a immagine di Dio ma la comunione tra le persone umane è un’impresa non facile. Un fratello può non ascoltare né te, né il gruppo né l’assemblea. Allora, scrive Matteo 18,17, sia per te come un pagano e un pubblicano.

Se è fatica richiamare una persona singola alla conversione al vangelo lo è ancor di più richiamare una comunità, che è costituita da un tessuto di rapporti che si sono intrecciati e consolidati nel tempo. Anche un evento forte come il Concilio non è decisivo. Fare il discorso su Dio allora non è sufficiente, perché la gente vede quel Dio che la Chiesa annuncia nei propri comportamenti, nelle testimonianze dei singoli e nelle scelte della comunità.

Una comunità cristiana dovrebbe vivere relazioni basate sulla  attenzione e sull’ascolto reciproco.

 

Se rimproveriamo alla comunità una scarsa attenzione alle ragioni degli altri è contraddittorio pagarla con la stessa moneta e sottrarsi a un dialogo con lei.  Se due di voi si accorderanno per domandare qualsiasi cosa, scrive Matteo 18,19, il Padre mio ve la concederà. Una disparità di opinioni adeguatamente motivata è una risorsa quando conduce a pregare e ad ascoltare lo Spirito. Colui che è forza efficace di comunione in Dio lo è anche nella Chiesa.

Mentre celebriamo la pasqua di Gesù, mistero di comunione divina che fiorisce entro l’odio ostinato e cruento che circonda il Cristo, l’amato dal Padre, accordiamoci per chiedere allo Spirito la forza di testimoniare la comunione in questo nostro tempo.

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La festa della pasqua ha il suo centro nel TRIDUO

le celebrazioni del giovedì e venerdì santo e la veglia pasquale.

I nostri bambini e ragazzi nelle domeniche di quaresima hanno scoperto nel tabellone tre simboli: la lavanda dei piedi, la croce e il sepolcro vuoto. Sono segni dell’amore di Dio in cerca della comunione con l’umanità.  Partecipiamo a queste celebrazioni per immergerci nella grazia che la memoria liturgica comunica.

 

Nel tempo pasquale la comunità vive alcune altre tappe

anch’esse occasioni forti di comunione.

 

25 aprile: prima comunione

1 maggio: festa del fanciullo

14 maggio: veglia mariana

22 maggio: veglia di Pentecoste

30 maggio: festa dell’appartenenza

21-24 giugno: campo scuola animatori

1- 29 luglio: grest 2010

 

Ci auguriamo che in questa pasqua dove c’è odio fiorisca amore, dove c’è morte pulluli vita, dove c’è divisione nasca comunione.        Buona Pasqua nel Signore!       Don Carlo

 

 

 

 

 

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)