Avvento tempo di attesa
L’Avvento
è il periodo che la Chiesa si è data per prepararsi al meglio
all’evento della nascita di Gesù , figlio di Dio.
Quest’anno
sottolineiamo la dimensione missionaria del Natale. Gesù che
viene nel mondo è il missionario per eccellenza, mandato per
mostrarci l’amore del Padre. A partire da lui, diventano missionari
gli angeli, i pastori, i Re Magi. Ma non solo.
Nelle
domeniche d’Avvento altre tre figure sono chiamate da Dio ad
illuminare il cuore e la mente degli uomini con le loro parole e
il loro esempio: Giovanni il Battista, Maria la madre di Gesù e
Giuseppe suo sposo.
Quest’anno
poniamo come segno un pannello davanti all’ambone sul quale ogni
domenica sarà fissato un disegno ispirato dal Vangelo del giorno.
Oggi, prima domenica di avvento, il segno è una lampada accesa
che indica l’attesa vigile secondo le parole di Gesù: vegliate,
perché non sapete in quale giorno il Signore verrà.
Lo stesso disegno,
riportato su foglietti, viene consegnato ai bambini e ai ragazzi
durante il catechismo per essere colorato e arricchito con
preghiere ed essere deposto in un cesto ai piedi dell’ambone
nella messa domenicale.
Dall’Africa
non si ritorna a casa uguali a prima!
Roberto
Da Dalt rende partecipe la nostra comunità della sua recente
esperienza di volontario in una missione dello Zimbabwe e
propone al Consiglio del Fondo parrocchiale il
finanziamento di un progetto per aiutare bambini disabili.
Riporteremo in un prossimo annuncio i dettagli del progetto e del
suo finanziamento.
Vivendo
insieme alle persone di queste terre splendide e dannate, un pezzo
di cuore si è commosso, è rimasto laggiù e non ha voluto
prendere l’aereo di ritorno!
Da
aprile a giugno di quest’anno, sono stato in servizio
professionale, come ingegnere, nella missione cattolica di Mutoko
in Zimbabwe e precisamente nell’ospedale missionario Luisa
Guidotti, intitolato ad una nostra connazionale uccisa dagli
squadristi bianchi negli anni ottanta per aver aiutato le donne
nere a partorire con
dignità.
Lo
Zimbabwe, ex Rhodesia, era il granaio africano ed un paradiso di
natura, animali e paesaggi: ora la gente muore di fame, di
malattia, di miseria, soverchiata da una dittatura feroce ed
implacabile. In questo viaggio ho conosciuto una montagna di
“santi”: medici, suore, volontari, associazioni,
professionisti, italiani, inglesi, francesi o zimbabwani che
fossero! Una speranza di vera luce cristiana in un vuoto buio ed
assordante!
Con
il tempo nasce il desiderio di poter dare una mano, anche se da
migliaia di chilometri di distanza. Molti sono i sorrisi, i volti
e le sofferenze che ho incontrato, ma mi ha colpito in modo
particolare la comunità del Villaggio San Marcellino,
un’istituzione splendida che fornisce supporto materiale e
spirituale a 75 bambini abbandonati, abusati, umiliati nel corpo e
nello spirito, disabili oppure orfani; a dirigere questa struttura
ci sono Norman e Sybil, una coppia sposata, affiliata alla
congregazione dei Fratelli Maristi, che dedica ogni sorta di
attenzione a questi bambini, affrontando quotidianamente una
moltitudine di necessità e difficoltà economiche.
Li
conosco bene, ho vissuto con loro, e conosco personalmente quasi
tutti i bambini ed il personale di questo villaggio: le necessità,
per così tanti bambini che crescono e che continuano a bussare
alla porta, sono sempre di più! In modo particolare quei piccoli
bambini accolti qualche anno or sono, ora sono diventati studenti
che hanno bisogno di strumentazione tecnica adeguata, considerando
che molti sono disabili in carrozzina o quasi ciechi a causa del
citomegalovirus contratto per le violenze subite. Ho proposto al
Consiglio del Fondo di Solidarietà parrocchiale di acquisire tre
computer e i relativi software speciali, ma ancora molte sono le
esigenze per attrezzare un’aula da donare alla nuova scuola che
stanno costruendo con l’aiuto di altri italiani, dove potranno
finalmente studiare queste piccole creature “scartate” dalla
scuola governativa. Ogni aiuto che ci sentiremo di donare, formerà
un mattoncino del progetto:
«AULA
INFORMATICA PER LA SCUOLA
DEL SAN MARCELLINO IN ZIMBABWE»
Servono
aiuti economici e attrezzature tecnologiche, ma è per noi
fondamentale anche conoscere in modo più approfondito tali realtà
e discutere dei temi della cooperazione internazionale e delle
modalità e dell’efficacia di come aiutiamo i paesi in via di
sviluppo. Anche per questa ragione, stiamo organizzando un evento,
all’interno di un più ampio percorso di cammino pastorale della
nostra comunità parrocchiale, dove cogliere l’opportunità di
sensibilizzarci a queste tematiche sociali.