La
Parola di questa domenica ci fa posare lo sguardo su
quell’Uomo, venuto dalla Galilea che, dopo
trent’anni vissuti nella sua famiglia e nel suo paese,
sente il bisogno di mettersi in fila con il popolo di
peccatori per entrare con esso nelle acque del Giordano
e farsi battezzare da Giovanni.
Quell’Uomo
è Gesù di Nazareth, annunciato a Maria come Santo e
Figlio di Dio che, cresciuto in età, sapienza e grazia,
inizia a compiere pubblicamente ciò per cui è stato
mandato.
E
come primo gesto pubblico decide, non di entrare nel
Tempio fatto da mani d’uomo, non di inserirsi nelle
strutture religiose, non di imporsi con gesti
straordinari per attirare l’attenzione, ma di mettersi
in cammino con il popolo ed entrare con esso nel
battesimo di conversione predicato da Giovanni.
Quale
desiderio era maturato in Gesù e ardeva nel suo cuore
da portarlo ad un gesto così umile e così
rivoluzionario da far aprire i cieli e far scendere lo
Spirito?
Di
fronte a Giovanni che voleva impedirglielo Gesù dice: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni
giustizia”.
Credo
che il cuore di Gesù ardesse di sete della giustizia,
desiderasse null’altro che compiere ogni giustizia,
ben sapendo che la giustizia, come appare dalle
scritture, è il compimento della volontà del Padre, è
il suo progetto di amore per tutta l’umanità.
In
Gesù di Nazareth, il Figlio amato nel quale il Padre ha
posto il suo compiacimento, i cieli sono stati aperti
per sempre, non c’è più nessuna separazione tra il
divino e l’umano. E agli occhi di Dio, non ci può
essere più nessuna separazione nemmeno tra gli uomini
sulla terra.
Gloria
a Dio nell’alto dei cieli aperti e pace in terra agli
uomini che Egli ama!
Vincenzo
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