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Parrocchia
di Campolongo in Conegliano |
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anno
23 n. 18
31.
03. 2013
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Gioisca
la Madre Chiesa
splendente
della gloria del suo Signore
Con
questo solenne invito alla gioia, viene dato al popolo di Dio e al
mondo l’annuncio della Risurrezione di Cristo nella notte santa
di Pasqua. Il popolo dei redenti celebra la liberazione per aver
ottenuto il perdono dei peccati e l’innocenza perduta e offre al
Creatore nella solenne liturgia il suo sacrificio di lode.
Il cero pasquale, acceso all’inizio della Veglia, è segno del
Risorto che, come una stella senza tramonto, illumina l’umanità
con lo splendore della sua gloria perenne.
Se Cristo è veramente
risorto, possiamo avere fede nel futuro, e speranza di
risollevarci dalle nostre infedeltà.
Possiamo credere che
l’umanità ferita guarirà, che gli orrori delle guerre
finiranno, che chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato avrà
ancora il pane sulla tavola, che i poveri saranno riscattati, che
la Chiesa saprà «camminare» e rinnovarsi, abbandonando potere,
ricchezze e privilegi.
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Attesa
e speranza
Mai come quest’anno la
Pasqua è carica di attesa e di speranza. Mai come quest’anno la profezia di
Isaia sembra prendere forma: «Ecco, io
faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (cfr. Is
43,19). L’elezione del nuovo Vescovo di Roma, Francesco, ha aperto nuovi
orizzonti per la Chiesa e per l’umanità. I primi segnali del cambiamento
sono stati immediati.
Il nome. Francesco,
un nome che evoca radicalità evangelica, libertà dai condizionamenti del
potere e del denaro, pace, amore per l’uomo e per il creato.
Il
saluto.
«Buona sera… la comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie!... e
adesso cominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della
Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese…».
È un saluto che colloca al
suo posto il successore di Pietro, Vescovo tra i Vescovi, in un unico Collegio Apostolico di cui è il capo (cfr. Lumen Gentium, 22). Siamo liberi di chiamarlo così.
I riti
liturgici. Non sono sfuggite le novità. In cappella Sistina, per la celebrazione
della messa con i cardinali del conclave, ha disposto che l’altare fosse
rivolto verso il popolo e la sede del celebrante di lato. Segno di profondo
rispetto per la riforma liturgica. Ha introdotto uno stile semplice e sobrio
nella messa solenne di insediamento, rinunciando a segni esteriori di «corte
medievale e rinascimentale».
La parola
e i gesti. Le parole che ha pronunciato e i semplici gesti che ha compiuto,
manifestano una salutare “desacralizzazione” della figura del papa.
L’abbraccio, segno di fraternità, ha sostituito il bacio della mano e
l’inginocchiarsi.
Viene spontaneo il
riferimento a Pietro quando va da Cornelio: «Cornelio
si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo:
“Alzati: anch’io sono un uomo!» (cfr Atti 10, 25-26).
Il Popolo di Dio ti augura
Buona Pasqua, vescovo Francesco!
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Quel silenzio diventato
annuncio
Il vangelo della Pasqua sorprende ogni anno per
la sua semplicità, ma il fatto di conoscerlo forse ci impedisce di stupirci
davvero e di collocarci dentro l’evento che racconta.
La Maddalena va al sepolcro e lo trova
scoperchiato.
Corre da Pietro e dall’altro discepolo,
“quello che Gesù amava”, perché teme che abbiano rubato il cadavere di
Gesù. Pietro e il discepolo corrono al sepolcro.
Pietro entra, e tace.
Entra anche Giovanni.
Tutto sta lì, nella parola che descrive la
risposta di Giovanni: “Vide e credette”.
Non vede la gran pietra che rotola via né il
fulgore delle vesti, né il corpo di Gesù vivente.
Giovanni vede solo che il corpo non c’è più.
E crede.
Crede che Gesù è risorto, come aveva
preannunciato.
Credere
dunque non è tanto riconoscere una cosa percepita con gli occhi, ma cogliere
un evento, rispondere ad una provocazione, nutrire una
sicura
speranza.
L’assenza, come il silenzio,
costituiscono un vero invito alla fede e a leggere questa assenza come una
presenza, questo silenzio come un annuncio.
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CALENDARIO
LITURGICO e PASTORALE |
Do
31 Pasqua At. 10,34.37-43; Col. 3,1-4 o 1 Cor. 5,6-8; Gv.
20,1-9 proprio
Do 7 II
Pasqua At.
5,12-16; Ap. 1,9-11.12-13.17-19; Gv. 20,19-31
2 salterio
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Lunedì
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1
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9.00
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memoria
dei defunti della parrocchia
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Martedì
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2
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8.30
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Intenzione
di Cia Gino
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Mercoledì
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3
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18.30
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memoria di tutti i
defunti
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Giovedì
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4
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8.00
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memoria
di tutti i defunti
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Venerdì
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5
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18.30
|
memoria
di tutti i defunti
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Sabato
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6
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18.30
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memoria
di Tonon Gianfranco
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Domenica
II
di Pasqua
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7
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9.00
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memoria
di tutti i defunti
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10.30
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memoria
defunti di Via Crosetta
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Mercoledì
3,
alle ore 20.30,
incontro con gli adulti
disponibili a dare una mano per realizzare il Grest,
e per quanti desiderano conoscere meglio questa iniziativa
parrocchiale |
Casa
via degli Olmi:
Venerdì
5, alle 20.30, salmo 57:
Pietà di me, pietà di me o Dio
Sabato
la casa è aperta per quanti desiderano dedicarsi un tempo
di silenzio personale,
dalle ore 8.30 alle ore 11.30 |
Nelle
prossime settimane ci
saranno gli incontri dei catechisti con i genitori dei bambini e dei ragazzi.
Alcune date:
ELEMENTARI
quinta
mercoledì 17
alle 20.30 con don Carlo
seconda e prima sabato
20 alle
ore 14.30
MEDIE
prima
martedì 16
seconda
martedì 16
terza
mercoledì 17 |
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La
Pasqua di Gesù
libera
la vita
e
le dona di volare alto
Auguri a tutti
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