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Celebriamo
oggi il rito di accoglienza di questi bambini Giovanni
Gallina
di Moreno ed Alessia Annalisa
Silvestrin
di Luca e Irene che
le famiglie affidano all’abbraccio del Padre
Oggi
si presentano nella casa del Signore dove due, tre e più sono
uniti nel Suo nome e dove, proprio per questo, Lui è presente in
mezzo a loro. Si uniscono a quelle pietre vive che fanno la
Chiesa, quella Chiesa viva e forte della pietra angolare che gli
uomini hanno scartato, ma anche fragile nei limiti umani di
ciascuno e nelle reciproche relazioni. All’assemblea riunita i
genitori manifestano
la loro gioia per il dono della vita e
chiedono sostegno, nella preghiera, per il nuovo cammino che
iniziano. Nelle quotidiane difficoltà comprendono l’importanza
di affidarsi l’uno all’altra e, insieme, di affidarsi ad una
famiglia più grande che condivide con loro
Stefania
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Dal catechismo alla fraternità…
… passando per la celebrazione
della Messa Si sono conclusi gli incontri di catechismo, gli appuntamenti settimanali che tanto hanno impegnato catechisti, bambini, ragazzi, famiglie. Ogni anno, da settembre a maggio, la parrocchia dedica la maggior parte delle proprie energie al cammino di iniziazione cristiana, grazie ad esso instaura e tiene vivo il dialogo con i genitori, stimola la corresponsabilità dei laici e si apre alle nuove esigenze dell’evangelizzazione.
Il catechismo è un servizio e un dono
grande, ed è orientato a portare i bambini e i ragazzi alla fede in
Cristo Gesù, all’incontro con Lui nei sacramenti e a sentirsi
parte della comunità cristiana. Esso dunque non è fine a se
stesso. Anche alla realizzazione del Grest la parrocchia dedica
molte energie in quanto è convinta che esso offre, Attraverso il Grest la gioia, l’amore, la
benevolenza, Rita
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IMMIGRATI UNA
SFIDA PER LE NOSTRE
COMUNITA’ I nostri
immigrati sono in larghissima parte regolari o regolarizzati. Sono
giunti da noi attratti dalle opportunità di lavoro e si sono
distribuiti sul territorio senza particolari concentrazioni. Molti
di loro hanno ricongiunto le loro famiglie, si sono inseriti nella
nostra società e sono stati un pezzo importante del nostro
sistema produttivo. Tutto
questo è avvenuto in assenza di pubbliche politiche di
integrazione, grazie
solo al senso civico e di coesione sociale della nostra gente.
Senso civico che ora non basta più. La crisi
economica e lavorativa ha colpito soprattutto loro. Tanti hanno
perso il posto di lavoro e l’unica risorsa che permetteva di
mantenere se stessi e le proprie famiglie. Alcuni (pochi) sono
rientrati nei loro Paesi. Molti rimangono, nonostante le
condizioni disperate di sopravvivenza, in attesa che qualcosa
cambi. Non intendono proprio rimpatriare, perché dicono che la
vita al loro Paese sarebbe comunque peggiore. L’azione
caritativa delle nostre comunità nei loro confronti si rivela
insufficiente a garantire un minimo di dignità. Non bastano i
modesti aiuti in denaro e cibo che distribuiamo per soddisfare i
bisogni essenziali della vita quotidiana. Occorre
aiutarli a re-inserirsi nell’attività produttiva, a cercare
nuove forme di lavoro, che permettano loro di mantenersi,
nonostante le
difficoltà dovute alla crisi generale. È
un’emergenza che ci interpella. Se vogliamo evitare che queste
condizioni di marginalità generino episodi di devianza e disagio
sociale, dobbiamo mettere in atto azioni efficaci di promozione
sociale. Elio
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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)
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