|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
. Avvento LA
VITA E’ DONO Sabato 30 Novembre è iniziato l’anno liturgico e la nostra comunità ha avuto la grazia di celebrare l’Eucaristia con il nostro vescovo Corrado venuto in visita pastorale. Ha incontrato i ragazzi e i bambini del catechismo e dell’oratorio, a cui con semplicità ha raccontato come è avvenuta la sua chiamata a essere vescovo.
Ha incontrato anche i genitori e con
altrettanta fermezza ha parlato della vita, dicendo che è dono
che ha senso solo se viene donata. E’
iniziato cosi l’Avvento e anche oggi, seconda domenica, risuona
la parola DONO. Nel Vangelo proclamato oggi, Maria riceve la
chiamata da Dio a dire il suo sì a donare il corpo al Figlio di
Dio che poi lo donerà all’umanità. Con il suo “si” a
generare il Figlio di Dio, Maria diventa per l’umanità esempio
del vero credente e fonte che continua a generare vita. La storia
di Maria parla anche di noi, perché il Padre chiama tutti noi.
Egli entra nelle nostre case per chiedere il nostro “sì” a
portare suo figlio Gesù come dono a tutti. In questa seconda
domenica i bambini infileranno un cartoncino giallo attorno alla
seconda candela della corona di Avvento, per dire il nostro
“si” ad acco-gliere Gesù nelle nostre case e nella nostra
comunità.
Emanuela Favero
. .
.
Il
silenzio dell’attesa Il
tempo dell’Avvento è tempo dell’attesa e del silenzio. «Non moltiplicate le parole, come fanno i pagani», ha detto Gesù
(Mt 6,7). Oggi
viviamo nell’epoca della comunicazione resa possibile da moderni
mezzi che sono a portata di tutti. Bisogna comunicare e ognuno
cerca modi nuovi per farlo. Siamo immersi nelle chiacchiere;
vogliamo esserci –
come si dice ormai senza pudore. Vi è persino un’abitudine alla
chiacchiera religiosa. È un vizio moderno che consuma la
spiritualità e lascia un vuoto che non sappiamo riempire. Nella
solitudine diventiamo parolai a buon mercato. Il
popolo dell’antica alleanza e i discepoli di Gesù hanno
maturato una profonda esperienza
del silenzio di Dio,
intrecciato con la forza della
sua Parola. C’è un tempo in cui Dio si manifesta parlando e un
tempo in cui è silente.
«Ascolta, Israele»:
è un pressante invito di Dio a fare silenzio per lasciarsi
riempire dalla sua Parola, interiorizzarla e divorarla.
L’orante,
dal profondo silenzio della sua anima, avverte il silenzio di Dio:«Fino
a quando, Signore, mi nasconderai il tuo volto?». È
un silenzio di attesa come quello di Maria. Il trittico della
nostra Chiesa rappresenta l’Annunciazione che avviene nel
raccoglimento e nella preghiera. Al compiersi degli eventi, «Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo
cuore» (cfr. Lc 2,19).
La
venuta di Gesù nella carne si compie nella profondità e nel
silenzio e nei luoghi della contemplazione, della musica, del
rito, della iniziazione al mistero e dell’attesa del suo
compimento. Non sarebbe male se l’edificio-chiesa ritrovasse la forza di questo segno, che ormai manca dovunque. Ma hanno bisogno di essere frequentati anche i luoghi del dialogo, dell’animazione e delle relazioni comunitarie. Una
casa della preghiera per tutti i popoli è una casa in cui regna
il silenzio in cui Dio rivela la sua parola e la sua presenza.
Esse ci liberano dalla chiacchiera e ci guariscono dalla
solitudine. Elio
..
. .
Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)
|