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Sale e Luce . Dev'essere stato proprio un tipo fiducioso e fantasioso quel nazareno di nome Gesù, per chiamare così alcuni pescatori della Galilea. Cosa avrà visto di così grande in quegli uomini di poco conto, e a quale futuro li stava conquistando? E cosa avranno suscitato in loro le Sue parole? Essere sale, essere luce. Come essere pane e vino. Elementi della creazione, frutti della terra e del lavoro di ogni uomo, richiamo a ciò che diventiamo nelle mani di Dio quando facciamo di noi un'offerta viva, un sacrificio gradito a Lui. Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo. Quel "voi" oggi siamo noi, gente di poco conto eppure preziosi agli occhi di Dio, degni della Sua fiducia e del Suo futuro. Oggi la nostra eucaristia é nel segno dell'accoglienza riconoscente e benedicente di ciò che già siamo nel cuore di Dio, così da diventarlo ogni giorno, crescendo in qualità, lasciando spazio e libertà allo Spirito, aprendoci al nuovo di cui è portatore. Con la voglia di diventare anche noi fiduciosi e fantasiosi per chiamare con il loro vero nome quanti incontriamo. Sale della terra e luce del mondo.
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ELECTROLUX SALVAGUARDARE L'OCCUPAZIONE BENE della PERSONA, della FAMIGLIA, della SOCIETÀ' . Le tristezze e le angosce dei lavoratori del gruppo Electrolux sono le tristezze e le angosce della nostra comunità cristiana. Siamo solidali con loro e con tutti i lavoratori del nostro territorio che vivono sotto la minaccia della decurtazione del salario e della perdita del posto di lavoro, o lo hanno già perso. Il lavoro è dimensione fondamentale per la dignità e la realizzazione della persona e bene essenziale per la famiglia e la società. Esso va considerato superiore e primario rispetto ad ogni altro fattore di produzione e deve essere salvaguardato con ogni mezzo, soprattutto ora, qui nelle nostre zone, dove la disoccupazione colpisce il reddito di molte famiglie e non vi sono prospettive di diversa ricollocazione. La difesa del lavoro negli stabilimenti italiani dell' Electrolux è un obbligo ancor più pressante dal momento che i lavoratori sono già stati stressati da uno stillicidio di riduzioni del personale, riduzioni del tempo di lavoro e riduzione dei redditi in seguito a errate o intempestive scelte operate dalla dirigenza. È iniquo ed ingiusto, e persino inefficace dal punto di vista economico, far ricadere gli errori manageriali solo sui lavoratori dipendenti che rappresentano la parte più debole ed esposta, soprattutto in carenza di un solido progetto di sviluppo industriale. Auspichiamo che le trattative in corso siano l'occasione per aprire una strada nuova a siti produttivi italiani dell' Electrolux in sinergia con il settore del mobile locale, nella logica di nuovi prodotti per la casa a basso consumo energetico, intelligenti, digitalizzati e intercomunicanti, in grado di soddisfare la fascia medio alta dei mercati emergenti, dove è fortissima la domanda del made in Italy. Non vadano perse le irripetibili e consolidate competenze professionali accumulate negli anni dai nostri lavoratori!La Pastorale Sociale e del Lavoro Diocesana
. . lo sono un peccatore Riverenza e obbedienza. al quale il Signore ha guardato a cura di don Carlo [ 5 ]
A conclusione del rito che mi consacrava presbitero il vescovo mi ha chiesto: Prometti a me e ai miei successori riverenza e obbedienza? Era una domanda ad alta tensione sia per il vescovo sia per me: implicava più di quanto stavamo per consegnare alle nostre parole. Il vescovo me le chiedeva per i sei vescovi con cui avrei condiviso il mio ministero, senza conoscere l'impatto che avrebbero avuto in me e nella Chiesa. E io, prete novello, assomigliavo a due innamorati che decidono di legarsi per tutta la vita: sentivo la gioia di coronare il sogno a lungo accarezzato, la trepidazione di fronte alle incognite future e l'amore che non valuta i rischi. E mi sono affidato totalmente per non combinare un affare senza amore. Ora, dopo un lungo cammino, incontro persone anziane serene e grate ed altre segnate dall'amarezza. Di fronte alle difficoltà un mio compagno di ordinazione è emigrato in altra diocesi e un altro ha lasciato il ministero. Quando avevo l'entusiasmo non c'era lo spazio e ora mi vengono meno le energie. Riverenza e obbedienza si promettono ma poi si imparano nell'alternarsi di successi e sconfitte. Mi sento fortunato perché le ho promesse al Signore, che è sempre fedele e si prende cura di me e delle mie ferite. L'obbedienza riguarda i compiti che ci vengono affidati ed è più facile, perché si può lavorare ovunque se si ha l'amore giusto con il Signore. La riverenza per le persone a cui manca l'autorevolezza necessaria è più complicata. La riconoscevo alla Chiesa che mi ordinava prete ma è stata in tentazione con quella da cui mi dividevano, per lunghi giorni, spiritualità e scelte pastorali. Anche oggi sono tentato fra l'unità ecclesiale e la fedeltà al Signore, che mi ha insegnato cose di cui sono responsabile. La comunione mi è necessaria come l'acqua che mi disseta ma nell'acqua posso anche annegare. Avevo timore a abbandonarmi al Concilio prima di averlo verificato e non potevo sperimentarlo senza accoglierlo nel cuore. Quando riverenza e obbedienza mi sfidano trovo pace rimettendomi alla comunità: "Se il tuo fratello non ascolta dillo alla comunità", insegna Gesù. La comunità infatti è abitata dal Signore e lo posso conoscere nella fedeltà, dopo che mi ha condotto nel deserto e ha parlato al mio cuore.
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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)
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