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2015 Lo ha indetto papa Francesco e nella lettera del 21 novembre 2014 indirizzata ai consacrati e alle consacrate ne ha indicato gli obiettivi: 1.
guardare il passato con gratitudine per ricordare gli inizi della vocazione e
rivisitare il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la
scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti, che le hanno mosse. 2.
vivere il presente con passione
per attuare in maniera sempre più
profonda gli aspetti costitutivi della vita consacrata e vivere la mistica
dell’incontro, avendo cioè come modello di ogni rapporto interpersonale la
relazione trinitaria di amore. 3.
abbracciare il futuro con speranza come frutto della fede nel Signore della
storia. E’ la speranza che non si fonda sui numeri o sulle opere ma su Colui
per il quale nulla è impossibile. Il 2 febbraio, giornata della
vita consacrata,
il popolo di Dio ricorda questa forma
di vita che si pone nel cuore stesso
della Chiesa come elemento decisivo per la sua missione, giacché ‘esprime
l’intima natura della vocazione cristiana’ e la tensione di tutta la
Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo (Vita Consecrata 3). La ricordiamo anche noi e di questo dono ringraziamo il Signore. Rita
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MESSA PER LA COMUNITÀ esperienza
del Regno che viene Per la
seconda volta, da quando abbiamo cominciato il catechismo, ci siamo ritrovati
insieme a celebrare la Messa ringraziando il Padre per il dono della comunità.
Partecipare
alla messa della settimana è significativo per il cammino di fede che stiamo
facendo: capire con più profondità il significato dei riti e della liturgia
della Messa. Nell’appuntamento
dello scorso novembre ci siamo soffermati sui riti di introduzione. Come segno avevamo posto un bel mazzo di fiori
formato dal fiore che ogni bambino aveva portato da casa. Ogni fiore con il
suo colore, la sua forma, il suo profumo indicava le diversità che ci
caratterizzano. L’unico mazzo ci ricordava come solo tutti insieme
esprimiamo la vera bellezza, quel mondo bello che commuove Dio. Mercoledì
scorso, la nostra attenzione si è focalizzata sulla liturgia della parola. Ci siamo preparati durante l’incontro di
catechismo. Abbiamo
letto le letture, abbiamo riflettuto e accolto la Parola e da questo sono nate
le preghiere dei fedeli. La modalità la abbiamo colta dalla preghiera
universale del venerdì santo, le parole e i pensieri sono il frutto del
vissuto dei bambini e del nostro tempo. Noi
catechiste abbiamo riscoperto la bellezza di questi incontri feriali che
avvengono in un clima più intimo e familiare e sono fatti di gesti semplici e
quotidiani: un saluto, un invito, uno sguardo alle meraviglie del creato, le
chiacchiere fra amici, la condivisione di una cena, un legame che si rinsalda,
l’amore che si amplifica. Il Regno di Dio sta in queste piccole cose che
spesso fatichiamo a riconoscere. Pregare
per la comunità in fondo è anche questo: fare con i nostri piccoli
esperienza di questo Regno che cresce nelle cose piccole. Emanuela e Lucia
LA CONDIZIONE DEI POVERI
Esercitando
il servizio della carità con il Fondo parrocchiale, tocchiamo con mano che
chi è senza lavoro non ha prospettive. Rischia di essere escluso dalla società
in cui vive. Il perdurare della crisi economica accentua le sue difficoltà.
Stiamo aiutando da tempo con il fondo parrocchiale una decina di
persone, per lo più immigrati, privi di lavoro e di casa. Si dice: “se qui
non c’è lavoro, che tornino al loro paese”. Ma chi, come noi, conosce le
loro storie, sa bene che ciò non accadrà, salvo in pochi fortunati casi. Nei
loro paesi stanno peggio a causa della guerra, delle epidemie e della povertà
assoluta.
Ci siamo posti il problema se in questa situazione senza prospettive
sia giusto continuare a sostenere economicamente queste persone, dal momento
che non riusciamo a costruire insieme a loro dei progetti perché possano
mantenersi. Ma non possiamo rassegnarci
ad abbandonare al loro destino donne , uomini e famiglie che hanno perso tutto
e vivono in “non luoghi”, fuori dal contesto civile della città. È una missione che non può
essere demandata solo a chi gestisce il fondo. «Ogni cristiano e ogni comunità
sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione
dei poveri … Questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido
del povero e a soccorrerlo». È il monito di papa
Francesco nella esortazione apostolica
Evangelii Gaudium.
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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)
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