Tempio
vivo di Dio
.
Stiamo per raggiungere la nostra meta
di pellegrini, dopo un lungo viaggio in cerca di una casa dove ci
sia luce, gioia, pace.
In questa quarta
domenica di Avvento, siamo chiamati a riflettere sul messaggio che
ci viene dalla prima lettura, per non ricadere nell’illusione di
Davide, cioè di essere noi a poter costruire una casa a Dio.
Il viaggio che
abbiamo intrapreso ci può aiutare in questa riflessione.
In questi giorni
che precedono il Natale le nostre chiese diventano ancora più
belle riempiendosi di luci e di canti di gioia. Tuttavia la loro
bellezza e il loro splendore servirebbero a poco se non ci
spingessero a rendere più bello e luminoso il tempio di Dio che
siamo noi, come singoli e come comunità. Dobbiamo far sì che
questo clima natalizio, così penetrante da scuotere anche le
persone indifferenti alla dimensione religiosa della vita, non ci
coinvolga soltanto a livello emotivo e sentimentale.
Può e deve
servirci a rendere più profonda la nostra conversione a essere
templi viventi di Dio. Nel prepararci al nuovo giorno che sta per
nascere, mentre siamo impegnati ad addobbare le nostre chiese e le
nostre case (chiese
domestiche) con le luci e il presepio, non perdiamo l’occasione
di fare risuonare forte dentro di noi le parole di Dio: “ forse
tu mi costruirai una casa perché io vi abiti?” e di riflettere
coraggiosamente su quelle di Maria: “Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola”. Se vogliamo essere vera
casa di Dio.
Emanuela
Favaro ed Emanuela Gatti
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Il segno della
LUCE
Anche
l’Oratorio ha preparato per il Natale il segno della luce, e lo ha
pensato in sintonia con il segno della lanterna posta sulla barca che,
in queste domeniche di avvento, si sta muovendo verso la Natività.
Il segno è una piccola candela che
sabato
20 dicembre
i
bambini e i ragazzi, assieme agli animatori,
hanno
portato alle famiglie
del
quartiere di Campolongo
assieme
agli auguri di Natale.
La
candela, come la stella cometa, serve ad illuminare il sentiero che
percorreremo assieme ai Re Magi e che ci condurrà alla capanna di Gesù
Bambino.
Noi animatori abbiamo pensato che sarà
molto bello e significativo riportare la candela in chiesa nelle messe
dell’Epifania, il 6 gennaio, ed accenderle durante
la celebrazione davanti al Presepio.
Cristiani
che ricominciano
Padre nostro che sei nei cieli
a
cura di don Carlo [
6 ]
Vorrei
chiedere a Gesù di insegnarmi a pregare, perché le parole del padre nostro
sono belle e piene di senso ma non mi vengono dal cuore. Gesù ha pregato con
grosse varianti nel presepe, alla cena di addio e sulla croce, quando si
faceva buio su tutta la terra e non vedeva il volto del padre: era
un’impresa chiamarlo padre nostro
mentre i suoi fratelli lo inchiodavano alla croce e anche i suoi amici si
imboscavano. Chissà come lo prega ora che lo vede con occhi risorti. Forse
mancava anche a lui come a me il volto terreno del padre: il non vedere mai il
padre che porti impastato alla tua carne. E poi ci sono i figli che vedono il
padre separato dalla madre e a giorni alterni, segnati su un calendario che
non conosce il bisogno di fare l’amore. Forse occorre diventare come bambini
che dicono pa…pa e commuovono chi
li ascolta anche se non sanno ancora com’è un padre. Un giorno a Oslo
passeggiavo nel parco dove le sculture di Vigeland sfidano il sole e la
pioggia e il tempo, quando ho visto emergere da un blocco di pietra un giovane
e una donna matura, seduti l’uno davanti all’altra e il loro sguardo che
interrogava l’orizzonte. Da allora sogno una maternità che non si
interrompe quando ci si mette in proprio a fare papà e mamma. Siamo simili al
Padre ma noi sulla terra lo incontriamo nelle versioni maschile e femminile e
spesso ci tocca parteggiare per l’uno o per l’altra e ci manca sempre
qualcosa. La madre mostra il figlio nella carrozzina comprata nuova e sente
rivolti a sé i complimenti donati al bambino. Natale è il giorno del Padre
che introduce il suo unigenito nel mondo e lo mostra ai pastori e ai magi e a
noi, sorpresi come loro. Forse i cieli non sono in alto tra le nubi ma in una
grotta a rispecchiarsi nella mangiatoia che aspetta vuota e infreddolita il
ritorno dell’asino e del bue che non trovavano niente da ruminare. I cieli
sorridono nella mamma che allatta al suo seno e nel padre che tiene sulle
ginocchia la sua ragazza ormai cresciuta e le pettina i capelli con le sue
mani come quand’era bambina. Il padre nostro lo imparava il figlio in
principio, quando faceva da modella a Dio mentre distendeva i cieli che
l’amato avrebbe abitato da grande con lui e con la sposa. Ora anch’io lo
imparo con lei, a mano a mano che con lo sposo mette su famiglia, quella
divina.
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CALENDARIO
LITURGICO e PASTORALE |
Do 21 IV
avvento 2 Sam.
7,1-5.8-16; Rm. 16,25-27; Lc. 1,26-38
Proprio Do 28
S. Famiglia Gen.
15,1-6;21,1-3; Eb. 11,8.11-19; Lc. 2,22-40
Proprio
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Martedì
|
23
|
8.30
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memoria di tutti i
defunti
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Mercoledì
|
24
|
22.45
23.30
|
Veglia
Messa nella notte
memoria di Padoan Dina
memoria di fam.
Coppola e Padovan
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Giovedì
|
25
|
9.00
10.30
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memoria
di Coan Irene
memoria di Vendrame Anna
memoria
di Momesso Erminio
memoria
di Ros Simeone e Marcella
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Venerdì
|
26
|
9.30
|
memoria
di Todisco Angelina, Luciano e Giuseppe
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Sabato
|
27
|
18.30
|
memoria
di Da Lozzo Attilio
|
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Domenica
S. Famiglia
|
28
|
9.00
|
memoria
di Mazzer Luigi e
Gatti Teresa
memoria
di Dal Pos Giuseppe e Augusta
|
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|
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|
10.30
|
memoria
di Freschi Eugenio
memoria
di Brait Dante, Giovanna e Luisa
|
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Celebriamo il Natale
Lunedì
22
Veglia
penitenziale comunitaria alle
ore 20.30
Martedì
23
CONFESSIONI
dalle
ore 15 alle 19.30
con don Roberto e don Carlo
Mercoledì
24
Veglia
alle ore 22.45
Santa Messa nella
notte alle ore 23.30
Giovedì
25
Santa Messa nel
giorno alle 9 e alle 10.30
Venerdì
26
Santa Messa alle ore 9.30
|
. |
ALTRE
CELEBRAZIONI:
ü
Maria,
madre di Dio.
La Santa Messa sarà
celebrata:
Mercoledì
31 alle 18.30, e Giovedì 1° gennaio alle ore 9 e
alle 10.30
ü
Epifania.
La Santa Messa sarà celebrata:
Lunedì 5
gennaio alle ore 18.30, e Martedì 6 alle ore 9 e alle
10.30
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