.
Icona
dell’anno pastorale 2012-2013
Il
gruppo del presepio l’ha realizzata con il pirografo
Don
Carlo presenta alcune tracce per la riflessione e la preghiera
.
scarica
foglietto icona 2012-2013
38Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio e una donna, di
nome Marta, lo ospitò. 39Ella
aveva una sorella chiamata Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola.
40Marta invece era
occupata per il molto servizio.
Allora si fece avanti e disse: "Signore, non
t'importa che mia sorella mi lasci
sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".
41Allora il Signore le rispose: "Marta, Marta, ti
preoccupi e ti agiti intorno a molte cose, 42ma
una sola è necessaria: Maria infatti ha scelto la parte buona che
non le sarà tolta" (Luca
10,38-42).
.
Gesù
prende la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme, dove sarà
elevato in alto nella morte e risurrezione (Lc 9,51). E’ il battesimo che
egli desidera ricevere e che lo commuo-ve nel profondo. In un villaggio viene
ospitato da due sorelle: una sosta densa di significati. Ospitare è offrire
il proprio tesoro interiore nel dono dell’amicizia. Gesù rivela agli amici
che il suo tesoro è costituito da tutte le cose che ha udito dal Padre suo (Gv
15,15).
Regna
l’intimità: il racconto non riferisce, come altre volte, di disce-poli né
di commensali ma svela l’incontro di tre amici che diventano simbolo
dell’ospitalità. L’icona di Andrei Rublev, che abbiamo scelto nel 1993,
rappresentava l’ospitalità di Abramo ai tre uomini alle querce di Mambre,
con l’immagine di tre angeli (Gen 18).
L’incontro
in casa di Marta rappresenta l’ospitalità che viviamo nella famiglia e
nella comunità cristiane, immagini della vita della Trinità. Contempliamo
l’icona di quest’anno pastorale alla luce dell’idea gui-da che abbiamo
scelto per il nostro cammino.
.
La
scena è posta dentro la casa, delineata da pochi tratti geometrici sullo
sfondo. Al centro la tavola, appena accennata, è l’elemento simbolico
attorno al quale ogni comunità cristiana si incontra nel nome di Gesù: il
luogo dove il pane è preparato per tutti e i commensali si nutrono della
parola e del pane che creano fraternità.
La
scena è piena delle tre persone. La posizione dei corpi, e in particolare gli
sguardi e le mani, le situano l’una verso l’altra. Ci ricorda la Parola
che era verso Dio, l’in principio di ogni relazione (Gv 1,1). Mette in
risalto l’anelito della vita che il salmista esprime così: Non
nascondermi il tuo volto. Quando vedrò il
volto di Dio? La mia anima anela a te, o Dio (102,3; 27,9; 42,2).
Inoltre esalta il legame che unifica la creazione e vince ogni tentazione alla
separazione.
Le
tre persone prese ad una ad una sarebbero sterili ma radunate insieme
dall’anelito vitale, esprimono la fecondità.
.
Alcune
tracce ci aiutano ad approfondire.
..
Gesù
è Figlio di Dio incarnato e simbolo dell’ospitalità
di Dio.
Pensiamo
all’eucaristia, dove ogni domenica il Padre ci ospita e ci offre le cose del
cielo: la Parola che origina il dialogo e il pane che nutre la vita eterna.
Gesù è per noi parola e pane, donato dal Padre. Nella comunione con lui
incontriamo quello che nasce dal Padre: il mondo creato, redento e
glorificato. Quale gioia per Dio ospitare al suo banchetto, intorno
all’Amato, i suoi figli che ritornano (Lc 15,11).
Quale
gioia per noi sedere con Gesù alla mensa del Padre e vivere in comunione con
l’universo. Gesù, centro dello sguardo di Marta e Maria, è anche centro
della comunità che in lui incontra il Padre.
.
Marta
è occupata dal molto servizio che l’ospitalità
domanda.
Rappresenta la dedizione che richiede l’amore
alla persone: il lavoro, le occupazioni quotidiane, la compagnia nel tempo di
solitudine e di prova, il dialogo e la correzione fraterna che aiutano a
crescere.
Molta dedizione ha richiesto a Gesù il lavare i
piedi ai discepoli e alle discepole, il dare la sua vita sulla croce per la
moltitudine e il donare ogni giorno il suo corpo e il suo sangue come
nutrimento di tutti.
Ricorda anche il Pastore
grande delle pecore che, ricondotto dai morti, continua il suo servizio
nella Chiesa: sarò con voi tutti i
giorni fino alla fine del mondo (Eb 13,20; Mt 28,20).
E’ normale che Marta desideri coinvolgere la
sorella nel suo servizio. Anche Gesù manda i suoi discepoli a continuare la
missione in cui egli era stato inviato: come
il Padre ha mandato me anch’io mando voi (Gv 20,21). E’ bello sentire
dalla bocca di Gesù la preghiera al Padre: non
t’importa che i miei discepoli mi lascino solo a servire?
Lui che ha raccomandato di pregare il Padre perché
mandi operai nella sua messe lo avrà anche richiesto nella sua preghiera (Lc
10,2).
Il
servizio di Marta è simbolo della missione di Gesù e nostra.
.
Maria
è presa dalla Parola.
La
accoglie e la conserva nel cuore, come la madre di Gesù:
Maria serbava gli eventi
considerandoli nel suo cuore (Lc 2,19).
La
Parola riscalda il cuore e chi la accoglie cresce alla sua luce.
Il
dialogo tra Parola ed esistenza è il servizio dello Spirito santo, che prende
quello che è di Gesù e del Padre e lo comunica a noi guidandoci alla verità
tutta intera nel cammino della vita (Gv 16,13).
Il
servizio di Maria è simbolo di quello dello Spirito che unisce i cuori.
C’è
una diversità evidente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito: essa non crea
subordinazione ma realizza le persone nell’unità. Ogni persona esprime il
suo carisma e lo valorizza nella comunione (1Cor 12).
Il
racconto di Luca tende ad evidenziare la parte vissuta da Maria. Gesù ricorda
che è la parte buona, perché è
trascurata con facilità a vantaggio dell’operare, mentre di essa c’è
sempre bisogno. Non si tratta di capire quale parte è migliore. La consegna
del vangelo è di tenere unite le due parti che ora sperimentiamo come
separate ma che in realtà dipendono l’una dall’altra. Gesù invita a
cercare prima di tutto il Regno, trasformando quello che è terreno e
provvisorio in divino ed eterno (Mt 6,33). E’ opera della Potenza
dell’Altissimo che agisce nel seno di Maria e nel cammino della Chiesa:
senza la potenza dello Spirito né Maria né la Chiesa sarebbero madri.
.
L’icona
parla alla
nostra famiglia e
alla nostra
comunità.
Invita
a celebrare il servizio dell’ospitalità entro queste comunità cristiane
per partecipare alla vita della Trinità e alla gloria futura che sarà
rivelata in noi e che la creazione aspetta con ardore (Rm 8,18ss). Sappiamo che
il regno di Dio non è di questo mondo ma anche che il mondo è stato creato e
redento per essere reso vivo ed eterno dallo Spirito santo, che agisce nella
storia, e dalla nostra collaborazione.
Invita
a gioire e a lodare sempre e con l’animo grato verso tutti, per
l’ospitalità di Dio, dei fratelli e della creazione, primizia della gloria.