.piano pastorale   2019 - 2020

(scarica l'allegato a Annuncio del 13/10/2019)

 

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Presentazione idea guida 

per l'anno pastorale 2019-2020

Domenica 6 ottobre 2019 

XXII anniversario della dedicazione

 della nostra chiesa parrocchiale

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Il Consiglio Pastorale Parrocchiale si è riunito domenica 8 settembre per valutare le priorità pastorali su cui investire in questo nuovo anno, tradurre nell'idea guida il cammino che intendiamo fare e scegliere l'icona che lo rappresenti. In tutto questo si è tenuto conto del percorso compiuto e del complesso contesto pastorale in cui ci troviamo, delle indicazioni diocesane riassunte nel tema Comunità ospitali e missionarie e nell'icona biblica dell'evangelista Filippo che incontra l'eunuco.

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Nel XXII anniversario della dedicazione della nostra chiesa parrocchiale, celebrazione che avvia il nuovo anno pastorale, presentiamo alla comunità l'idea guida. Dice così:

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Capisci ciò che stai vivendo? 

Alzati e va. Ospita la domanda di Gesù e annuncialo.

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Abbiamo scelto di fare nostra la domanda posta da Filippo all'eunuco ("capisci quello che stai leggendo?") At 8,30) per invitarci e aiutarci a riflettere su ciò che viviamo, facciamo e siamo: "Capisci ciò che stai vivendo?"

È una domanda sulla quale invitiamo a sostare per diventare più presenti a noi stessi, per avere maggiormente coscienza di quello che siamo e di come viviamo, per non soffocare o smarrire dentro la complessità, la frenesia e la precarietà che ogni giorno sperimentiamo, il bisogno di senso e di verità che comunque ci abita.

E come l'eunuco, provocato da questa domanda e aiutato da Filippo, ha trovato il senso della propria vita comprendendo il passo della Scrittura che stava leggendo, così può essere per noi. Le Sacre Scritture raccontano il modo autenticamente umano di stare al mondo, il modo che Gesù ha incarnato e che tanti cercatori di senso hanno trovato e fatto proprio aderendo a Lui.

"Capisci ciò che stai vivendo?". Può essere l'inizio di una ricerca, l'aprirsi di uno spazio interiore in cui trova ospitalità la grazia di Dio, generatrice di senso e di vita nella misura in cui viene quotidianamente accolta in spirito e verità.

      Quando questo accade la vita riprende a camminare con una postura diversa e una direzione più chiara e desiderata. "Alzati e va".

L'alzarsi evoca la risurrezione, la posizione eretta di chi, riconsegnato alla vita, ha vinto le forze mortifere che mettono paura e tengono bloccati. L'andare evoca la missione, l'inoltrarsi in modo evangelico sulle strade che ci sono abituali e sulle quali è possibile scoprire e tracciare il venire del Regno di Dio. Questo "alzati e va" è nutrito dai sacramenti della Chiesa, evocati dal battesimo dell'eunuco (cfr. At 8,36- 40), tappe essenziali del cammino del cristiano. L'invito "alzati e va" è rivolto al singolo perché ogni cristiano si riconosca missionario e senta la dolce responsabilità di rendere sempre più missionaria l'intera comunità dei credenti in Gesù Cristo, dentro un intreccio di relazioni evangeliche.

      L'"alzati e va" non esaurisce il compito del credente, ma si accompagna ad un altro invito: "ospita la domanda di Gesù e annuncialo".

Intendiamo ospitare la domanda che ci portiamo dentro riguardo a Gesù, la sua vita, le sue parole, le sue scelte (chi è Gesù per me?), ma vogliamo fare spazio anche alle domande che Gesù stesso, in un modo o nell'altro, sempre ci pone (Cosa mi chiede oggi Gesù?).

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In questa duplice ospitalità prende forma e cresce l'incontro con Gesù, e dall'incontro con Lui scaturisce per ciascun credente il compito di annunciarlo. Anche qui l'appello è personale perché la risposta libera, consapevole e appassionata di ognuno costruisce la risposta comunitaria, fa crescere comunità ospitali e missionarie.

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ICONA

Il particolare specifico del dialogo tra Filippo e l'eunuco rimarrà davanti a noi come icona. Ci aiuterà a ricordare l'idea guida e ad esprimerla in questo nuovo anno pastorale.

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INIZIATIVE

Per quanto riguarda le iniziative pastorali, la parrocchia ritiene prioritario, visto l'avvio positivo nello scorso anno, investire ulteriori energie sull'iniziazione cristiana dei ragazzi e sulla catechesi degli adulti ponendo al centro la famiglia. Si tratta di un impegno che sta chiedendo notevoli energie e che va strutturato nel medio-lungo termine. Insieme alle iniziative già avviate negli anni scorsi intendiamo dunque mantenere al centro della vita pastorale questa attenzione specifica.

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NOTA DEL PARROCO

Fratelli e sorelle, ritengo sia giunto il momento di dare un seguito alla "nota" comunicata tre anni fa' in occasione della presentazione dell'idea guida dell'anno pastorale 2016-2017.

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Son passati tre anni da quel tempo in cui ho sentito il dovere di manifestare il pensiero che andava chiarendosi nel mio cuore dopo un anno di permanenza in mezzo a voi. Non si è trattato di un giudizio sul passato ma di una constatazione del presente in cui mi sono trovato. A partire dall'ottobre 2015 ho iniziato a riconoscere tutto il bene che era/è presente a Campolongo ma anche delle rispettive problematiche, cercando di andare alla radice delle questioni di cui appunto il tema comunitario è, a mio giudizio, espressione eloquente.

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La parrocchia non è proprietà del parroco anche se questi, in forza del sacramento dell'ordine, è chiamato ad agire come-e-con il Buon Pastore, ad aver cura del gregge che gli è stato affidato innanzitutto difendendolo - strategicamente - da tutto ciò che lo può disgregare e quindi disperdere. Una parrocchia è simile ad un corpo costituito da diverse parti:

 il capo è Gesù Cristo e tutte le sue membra sono chiamate ad agire in armonia

evangelica, ciascuna per la sua vocazione e come il Signore suggerisce. Il parroco è chiamato ad essere una sorta di direttore d'orchestra, ricordando doverosamente che egli è "di passaggio" e al contempo che (per la specifica grazia sacramentale a cui partecipa) gli è stata assegnata una precisa ed insostituibile responsabilità: far in modo che il coro canti in armonia, a più voci, spinto prima di tutto dall'amore per il canto e per la musica, per ciò che di volta in volta si riesce a realizzare. Non è la voce del parroco- direttore che si deve sentire anche se egli è chiamato a conoscere e a cantare tutte le voci dello spartito.

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Ritengo essere questa la sfida decisiva per la Chiesa e per ogni comunità cristiana.

La dimensione comunitaria di una parrocchia costituisce un tema tanto fondamentale quanto difficile da vivere in modo evangelico. Se da un lato è vero che essa non può dirsi pienamente raggiunta una volta per tutte, d'altro lato occorre vigilare e lavorare con attenzione su di essa.

 La situazione che intendo evidenziare può essere paragonata alla trama di un tessuto sulla quale si innesta e si sviluppa l'ordito delle questioni quotidiane. Se questa trama, per quanto bella possa essere (stata) in un certo momento, iniziasse a sviluppare significative lacerazioni sarebbe necessario intervenire perché possa riprendere compattezza. Come la semente della parabola

evangelica che inizialmente può germogliare anche in mezzo alle spine ma che poi soffoca, così è la Parola che in un terreno del genere muore e di fatto non porta frutto.

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In questi ultimi tre anni sono state numerose le occasioni in cui ho avuto la possibilità di ritornare sull'argomento, di spiegare il mio pensiero, di ascoltare e confrontarmi e approfondire la questione. È stato significativo per me capire le reazioni che il tema sollevato ha suscitato in tante persone.

Oltre all'affetto, alla preghiera, all'incoraggiamento che continuo a percepire nei miei confronti posso in ogni caso attestare che, insieme a nuove fatiche, ci sono state chiare e significative testimonianze di impegno da parte di numerose persone di Campolongo che con dedizione ed umiltà si sono sentite chiamate a lavorare nella direzione auspicata.

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Questa strada evidentemente passa, come in ogni famiglia, attraverso la concretezza delle scelte di ogni giorno, mai scontate e prevedibili, in mezzo ad imprevisti di ogni tipo, in cui la grazia di Dio è mescolata alla fragilità della condizione umana. Se dunque permane la fiducia per la presenza della grazia di Dio in mezzo a noi e dell'impegno di tante persone per il Regno di Dio, desidero al contempo rinnovare l'invito a lavorare insieme sul terreno indicato e a rilanciarlo.

Insieme significa non "solo" all'interno del proprio gruppo specifico, ma anche nel dialogo fraterno con le altre realtà parrocchiali e non (unità pastorale, forania, diocesi). È una dimensione che a mio giudizio dev'essere maggiormente assunta e sulla quale occorre investire di più, nel rispetto dei diversi ruoli e con spirito costruttivo (contro la nota sindrome de "la volpe e l'uva").

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In quest'opera complessiva rimane centrale la celebrazione eucaristica a cui noi possiamo partecipare per grazia. Essa è il momento fondamentale in cui il Signore, ancor prima di ogni nostra attività o pensiero, edifica la Sua Chiesa, la Sua Sposa, la Sua Comunità. È in questa celebrazione, radicata nella Parola di Dio e nel sacrificio di Gesù Cristo, che noi fondiamo la nostra fede. È primariamente da questa celebrazione che possiamo comprendere ciò che viviamo, è da qui che possiamo pensare di alzarci e andare, come l'idea guida di quest'anno pastorale ci esorta a vivere.

d. Roberto

 

 

Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo