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Il portale della chiesa

 

Attraverso il portale entriamo in un interno, separato dal mercato, calmo e sacro: nel santuario. Certo, tutto è opera e dono di Dio. Dovunque Egli può muoverci incontro. Ogni cosa la dobbiamo ricevere dalle mani di Dio e santificarla con un sentimento di pietà. Pur tuttavia gli uomini fin dall’inizio hanno saputo che luoghi determinati sono in modo particolare consacrati, riservati a Dio.

Il portale sta tra l’esterno e l’interno; tra il mercato e il santuario; tra ciò che appartiene al mondo e ciò che è consacrato a Dio. E quando uno lo varca, il portale gli dice: “Lascia fuori quello che non appartiene all’interno, pensieri, desideri, preoccupazioni, curiosità, leggerezza. Tutto ciò che non è consacrato, lascialo fuori. Fatti puro, tu entri nel santuario”. Non dovremmo varcare così frettolosamente, quasi di corsa, il portale! In raccolta lentezza dovremmo superarlo ed aprire il nostro cuore perché avverta quello che il portale gli dice. Dovremmo, anzi, prima sostare un poco in raccoglimento perché i nostro avanzare sia un avanzare della purezza e del raccoglimento.

Ma il portale dice ancora di più. Fai attenzione: quando entri, involontariamente, alzi il capo e gli occhi. Lo sguardo si volge ed abbraccia la vastità dell’ambiente; il petto si dilata e l’anima pure. L’ambiente vasto ed alto della chiesa è similitudine dell’eternità infinita, del cielo in cui abita Dio. Certo, i monti sono ancor più elevati, ed incommensurabile l’azzurra distesa. Qui invece lo spazio è riservato per Dio. Lo sentiamo nei pilastri che si drizzan verso l’alto, nelle pareti ampie e robuste, nella volta elevata: sì, questa è la casa di Dio, l’abitazione di Dio in una maniera speciale, interiore.

(Romano  Guardini, I santi segni)

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)