il Presepe  2012

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 [dall’omelia nella notte di natale di don Carlo]

Il presepe che stiamo costruendo negli anni nella nostra chiesa è icona del natale che celebriamo. E’ fedele al racconto del vangelo, senza le aggiunte belle ma fantasiose di tanti presepi.

E’ in continuità con il nostro passato, perché riproduce l’affresco della natività e rende visibile e fruibile a tutti la nascita di Gesù, che nell’affresco era marginale alla celebrazione. Il presepe presenta gli ambiti della nascita di Gesù da vivere nel nostro oggi.

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*    La grotta conserva la struttura povera ed è antichizzata per dire che la condizione scelta da Dio per Gesù, la casa in cui nasce, è quella sempre e che non è sostituibile mai, perché lui l’ha voluta essenziale.

Chi vuole incontrare Gesù lo trova fuori dall’albergo della città e  prossi-mo con i ceti sociali deboli ed emarginati.

 

C:\Documents and Settings\Win\Desktop\Nuova cartella\pastore02.jpg     Le persone che abitano la grotta o si dirigono ad essa sono in creta model-lata a mano, allusione ad Adamo formato dalla mano di Dio con la creta. 

I pastori del racconto sono, con ogni probabilità, pastori proprietari della grotta in cui Gesù è nato: ospitano Gesù e sono ospitati da lui, ma sono esclusi dalla vita economica, legale e politica della città,  sono i piccoli e gli ultimi a cui Gesù è mandato: infatti lavoravano per la città, a cui fornivano i frutti della loro attività, ma vivevano ai margini di essa, perché la città non apprezzava la loro vita, la loro cultura e la loro condizione civile.

 I pastori nel racconto rappresentano anche i pastori scelti da Gesù, come amici con cui egli condivide le cose del  Padre suo  e come apostoli che manda ad annunciare ciò che hanno visto e condiviso con lui.

 

C:\Documents and Settings\Win\Desktop\Nuova cartella\la-città.jpgLa città non alberga Gesù, perché lui ha scelto la compagnia dei pastori. Nel presepio

un pannello rappresenta una collina e in essa il castello, le fortificazioni e i palazzi immersi nella natura che ostentano la ricchezza. Può essere Conegliano come un’altra cittadina dei dintorni. La città rappresenta la nascita usurpata, che non è più la bella notizia del vangelo, perché è il natale che si consuma e si riduce a evento terreno riservato a pochi. Lo possiamo chiamare il presepio senza il bambino.

 

 

C:\Documents and Settings\Win\Desktop\Nuova cartella\presepioaltaretrittico.jpgL’assemblea riunita in chiesa. 

Nel presepio c’è un balcone sulla città, formato da colonne e da paraste che riproducono gli elementi architettonici della nostra chiesa. La città è fuori del colonnato e l’assemblea è dentro, da-vanti al trittico e all’altare.

Noi celebriamo il natale dentro e fuori della città, siamo assemblea convocata attorno alla grotta posta nel presbiterio e aperta alla città.

Siamo come i pastori protagonisti dell’evento e testimoni di esso.

 

Questa icona mostra il realizzarsi della profezia:

Mentre il popolo cammina nelle tenebre una grande luce sorge: illumina il tutto e ogni particolare e rende visibili i valori portati dal natale, perché possiamo apprezzarli e adottarli.

Un bambino ci è stato dato, una nuova possibilità à  dato a tutti: partecipare alla crescita di Gesù nel regno che cresce con lui  sulla terra.

A natale nascono pace e gioia, le  nostre aspirazioni massime.

La strada coerente da percorrere indicata da Paolo: vivere in questo mondo con sobrietà, giustizia e pietà.  

 

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presepi anni precedenti:

 

Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)