Cari confratelli, consorelle, collaboratori,
volontari, amici e parrocchiani tutti, con
più forza che mai vi invio i miei auguri di
Natale con i migliori auspici di salute e
pace per tutti. Quest'anno desidero
accompagnare i miei auguri con un forte
richiamo alla Speranza, che si fonda sulla
decisione di Dio di farsi uomo per donare la
vita a tutti, a incominciare dai più deboli
e vulnerabili.
La Parola di
Dio nella solennità della Natività del
Signore è molto ricca. Vorrei sottolineare
in particolare un'espressione della Lettera
agli Ebrei che ascoltiamo nella Messa della
domenica di Natale:
"Ora, in questi
giorni, Dio... ha parlato a noi per mezzo
dei Figlio... Egli sostiene l'universo con
la sua parola potente"
(Eb 1,1.3).
Il grido di Natale per il mondo di
quest'anno è che c'è speranza nonostante ciò
che vediamo e viviamo. Non è questo il
momento di soffermarsi sulle sofferenze, le
guerre e i crescenti conflitti che ci
assediano provocando tanto dolore e tante
vittime. Sono sempre frutto dell'egoismo
umano, dell'ingiusta ambizione di potere e
di ricchezza, ovvero, dell'autoproclamazione
di alcuni come "signori degli altri" e delle
risorse della terra.
Non riusciamo a imparare dal passato, anche
se conosciamo le lezioni che la storia ci ha
insegnato, continuiamo a ripetere gli stessi
errori nella cosiddetta era digitale,
dell'innovazione e della conoscenza,
conoscenza che evidentemente non abbiamo mai
acquisito fino in fondo.
In questo contesto è difficile parlare di
speranza, e lo è certamente in modo
particolare per coloro che sono direttamente
colpiti da queste tragedie.
Tuttavia, c'è C'è speranza. Dire Natale è
dire speranza.
Si tratta della grande alleanza che Dio ha
deciso di stringere con l'umanità. È
l'alleanza più vantaggiosa che esista,
perché è Dio stesso che si impegna,
qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa
succeda, a sostenere l'universo e tutti gli
esseri umani al suo interno.
Lo fa incarnandosi, facendosi uomo in un
bambino, Gesù, nascendo in una mangiatoia,
manifestando così la sua decisione di farsi
povero con i poveri, che sono i suoi
prediletti.
A nome mio e dei confratelli auguro a tutte
le comunità parrocchiali un Buon Natale e
Felice Anno 2025 !
Don
Michele