ritiro di Avvento 2004

a cura di don Carlo Salvador

L’Avvento è il tempo in cui facciamo memoria della venuta di Dio.

Le Scritture sono percorse da un annuncio e da una preghiera.

L’annuncio dice: Dio viene; la preghiera risponde: Vieni, o Dio.

 

Facciamo memoria delle venute di Dio.

Vivremo la preghiera di avvento: Signore, vieni!

 

o        In principio la terra era invisibile e informe e c’era tenebra e lo spirito di Dio camminava sopra l’acqua. Dio viene sopra l’abisso e quella realtà informe, invisibile e tenebrosa diventa ordinata e stupenda, sboccia la meraviglia della vita. Anche la nostra. Questo annuncio suscita la nostra risposta: Vieni e fammi vivere.

 

o        Dio viene nel roveto e libera Israele. Ho visto l’oppressione del mio popolo e ho udito il loro grido; so il loro dolore e sono sceso per strapparli dalla mano degli egiziani e introdurli in una terra buona e spaziosa (Es 3,7-8). Anche noi siamo il popolo che Dio vede, ode; egli sa la nostra fatica. Rispondiamo: Vieni a liberarmi.

 

o        Dio viene sul Sinai e fa l’alleanza con Israele. Dio dona la Legge e il popolo la accoglie nella vita. L’alleanza viene sancita in un sacrificio. Rispondiamo: Facciamo tutto quello che vuoi, per essere il tuo popolo; vieni nell’eucaristia, il sacrificio della alleanza.

 

o       Dio viene nel Figlio che si fa uomo e diventa erede di tutte le cose che Dio aveva fatto per mezzo di lui. “Dio, che un tempo aveva parlato ai padri molte volte e in molti modi attraverso i profeti, alla fine di questi giorni ha parlato a noi attraverso il Figlio, che ha posto erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto i mondi” (Eb 1,1-3).

L’alleanza è sancita per sempre nell’unione della vita divina e della vita umana nella persona di Gesù. Rispondiamo: Vieni nel Natale, nei sacramenti dell’iniziazione, nella nostra fraternità sacramentale, realmente vissuta.

 

o        Dio viene nel Figlio suo per liberarci dalla malvagità.

Dio avendo risuscitato il suo servo lo mandò a voi, benedicente nell’allontanare ciascuno dalle vostre malvagità (At 3,26). Egli, dopo la risurrezione, viene a noi benedicente, per dire le parole che trasformano in bene e restaurano tutte le cose.

Rispondiamo: Vieni Gesù nel tempo che mi dai e benedicimi.

 

o        Il creato è in crescita ma va verso la fine. Allora il Figlio dell’uomo verrà e si siederà sul trono della sua gloria e dirà “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo” (Mt 25,31). Siamo fatti eredi di tutte le cose. L’attesa dell’ultima venuta di Dio nel creato e nella storia dà senso alla nostra speranza nella tribolazione presente. Rispondiamo: Vieni, Signore Gesù.

 

Viviamo nel tempo della restaurazione di tutte le cose in Cristo.

Gesù è nella gloria del cielo ma anche dentro l’evolversi del creato, dove egli dice il bene. Lo Spirito santo, potente artista della creazione, rende attuali in noi le benedizioni di Gesù.

Che cosa attende da noi il Signore per restaurare tutte le cose in Cristo?

Come partecipare alla benedizione?

Ce lo ha insegnato Gesù stesso.

Sottolineiamo due insegnamenti.

 

o        Mt 5, 48 scrive: Sarete voi perfetti come è perfetto il Padre vostro, il celeste”.

 

E’ una delle rivelazioni più importanti della spiritualità cristiana.

Il Vaticano II afferma: “Tutti i cristiani, di qualsiasi stato o grado, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità. (LG 40, 389).

I cristiani formano il corpo di Cristo e la loro vita manifesta la santità di Gesù.

Sono chiamati a permettere che la vita di Cristo si manifesti in loro.

Gesù, che ha manifestato la santità nel corpo ricevuto da Maria, ora la manifesta nella Chiesa, che è il suo corpo. Diventa attuale la profezia di Ezechiele: “Io manifesterò in essi la mia santità” (Ez 28,25). Maria, ad esempio, è santa. La nostra devozione a Maria ci stimola ad essere santi come lei.

 

-  Riconosciamo che Dio ha fatto in noi cose grandi.

 

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente (Lc 1,49).

Accogliamo la santità che Dio riversa su di noi. L’iniziazione cristiana ha acceso in noi queste cose: essere figli di Dio, essere tempio vivente dello Spirito santo, partecipare alla mensa eucaristica, anticipo sacramentale della festa delle nozze eterne.

Amiamo noi stessi, perché Dio ci ha fatto grandi! Siamo quello che Dio compie in noi! Amarci è apprezzare ciò che Dio ha compiuto in noi e  trovare la spinta per amare Dio.

 

-  Rendiamoci disponibili perché Dio compia ancora in noi le sue opere.

 

“Sia a me secondo la tua parola”, esclama Maria (Lc 1,38).

L’iniziazione cristiana è stata accesa in noi ma si compie in tutta la vita.

Si dice che la perfezione si trova solo in paradiso.

Chi piange se stesso, chi si compiace solo dei beni umani, chi si lamenta si sé e degli altri, come potrà prendere il calice della salvezza e invocare il nome del Signore?

Il Signore ci chiede di tendere alla perfezione e mette ad esempio - limite la santità del padre celeste. Τέλειος-perfetto significa completo, maturo, adulto.

Il Signore non tollera la mediocrità.

“Conosco le tue opere, che non sei né freddo né bollente. Così poiché sei tiepido e né bollente né freddo sto per vomitarti dalla mia bocca (Ap 3,15-16).

Dio tollera meno ancora che la mediocrità sia elogiata e promossa a norma di vita.

Oggi si elogia il far poco, appena quello che si può, che è facile o che tutti accettano, il camminare in fondo alla carovana. Gesù addita la santità del Padre e ci invita a non contrastare lo Spirito che ci porta a quelle altezze. Lo Spirito santo è l’Amore, il paradiso dato a noi.

Sto rileggendo le fonti francescane: senza la radicalità, senza seguire le esigenze profonde del vangelo, Francesco e Chiara sarebbero altre persone e anche la storia di tanti santi sarebbe diversa.

 

o        Luca rivela un’altra profondità: “Siate misericordiosi come anche il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Siate = diventate, nascete dalla misericordia.

Dio è misericordia; egli manifesta la sua perfezione nel perdono; nel perdono fa nuove tutte le cose (Ap 21,5). Il perdono spezza la catena del dare-avere, del diritto-dovere, e introduce la creatività. I convertiti sono grandi creativi che aprono spazi di santità.

Gesù contrappone al taglione, la legge della reciprocità nella violenza, il perdono.

La violenza genera violenza anche nella comunità cristiana.

Mt 26,52: Quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.

Dio si consegna e rigenera quello che l’uomo ha distrutto; in questo modo rende possibile la conversione e quindi l’amore e un mondo nuovo.

 

Due benedizioni di Gesù nel tempo della restaurazione di tutte le cose.

 

1  Il perdono.

 

Gesù stabilisce una correlazione nel perdono. E’ ricevuto e dato.

-  Riceverlo dispone a darlo: Non era necessario anche per te aver misericordia del tuo conservo come anch’io di te abbi misericordia? (Mt 18,33). Essere perdonati rende necessario perdonare.

-  Darlo dispone a riceverlo: E perdona i nostri peccati; anche noi infatti perdoniamo ad ogni nostro debitore. Dio impara da chi perdona; non può essere da meno.

Impariamo ad amare la confessione.  Anche qui c’è una correlazione: confessare l’amore aiuta a confessare il peccato, confessare il peccato aiuta a confessare l’amore.

Chi impara a confessare l’amore conosce la gioia. Il Signore ama chi confessa l’amore. Quando il figlio ritorna, non vuole la confessione del peccato, ma l’abbraccio.

Quando il figlio non vuole partecipare alla festa, esce a pregarlo di non guardare ai beni o alla penitenza ma di gioire per il fratello che era perduto ed è stato ritrovato. Il perdono permette a Dio di realizzare le grandi opere. Dobbiamo cercare una conoscenza più profonda del perdono, a bere alla fonte della misericordia e non a cisterne screpolate.

 

2  L’eucaristia.

 

Esprime la riconoscenza al Padre che partecipa la sua santità e la sua misericordia a noi peccatori. Nell’eucaristia facciamo della nostra vita un sacrificio offerto e gradito a Dio.

Il sì nell’eucaristia autorizza Dio a compiere in noi le sue grandi opere.

Prima di Gesù il sacrificio gradito a Dio era quello in cui l’offerta era perfetta, come quella di Abele (cf. epiclesi e invocazione nella prima anafora). Gesù si fa offerta perfetta.

Ma Gesù è anche offerente perfetto, reso tale mediante la passione (cf. Eb 2,10).

Dopo di lui, nel tempo della restaurazione di tutte le cose, all’offerta perfetta deve corrispondere l’offerente perfetto.

- Offerenti perfetti sono coloro che  tendono a vivere la santità del Padre.

   Essi ricercano la pienezza dell’amore.

- Offerenti perfetti sono coloro che vivono la misericordia.

Scrive Matteo: “Se presenti la tua offerta all’altare e lì ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va prima, riconciliati con il tuo fratello” (Mt 5,23-24). Il cristiano non può rassegnarsi al peccato del fratello ma si alza e lo cerca per rendere possibile la misericordia.

 

L’eucaristia esprime la perfezione dell’offerta e degli offerenti, le persone che rendono culto a Dio con la loro vita. La perfezione e la misericordia sono pienezza della santità. Dio, che possiede la santità, ci fa partecipi alla sua santità anche se siamo peccatori.

Se i peccatori sono orientati a Dio e se vivono la tensione alla santità e alla misericordia, non si separano da lui, anche se cadono.

Il bambino che cade non si allontana dall’amore dei suoi genitori, se si rialza e riprende, perché è solo un bambino: gli può essere chiesto solo di rimanere orientato ai genitori e di lasciarsi curare ed educare da loro.

Se siamo in tensione la corrente passa e diventa forza di restaurazione di tutte le cose.

Diamoci un tempo di silenzio per meditare le venute di Dio: quelle passate da ricordare, quella futura da attendere, quella presente da praticare.

Meditiamo l’insegnamento di Gesù: celebrare la misericordia e celebrare l’eucaristia.

Ci aiuterà ad andate incontro con gioia al Signore che viene.

 

 Per la verifica personale o di gruppo.

 

1   Il contesto culturale in cui viviamo oggi.

 

o       Le domande ultime stanno scomparendo dalla vita quotidiana della gente.

      Da dove viene e dove va la vita?

o       La creazione attende di entrare nel Regno (Rm 8).

      Invoco la venuta ultima di Gesù: Amen, vieni Signore Gesù? (Ap 22,20).

 

2   La missione evangelizzatrice.

 

o       Evangelizzare è dire il vangelo: essere perfetti e misericordiosi, come il Padre.

     Tendo alla santità e sono testimone di misericordia?

o       Evangelizzare è dire la nostra esperienza con Dio che è venuto e viene e verrà.

     Vado incontro al Signore o mi perdo sui sentieri della vita?

 

3   La testimonianza personale.

 

o       Dio è santo e diffonde la santità nella creazione.

     Sono santo e diffondo la santità dove vivo?

o       Gesù benedice il creato con l’eucaristia e il perdono.

     Queste benedizioni penetrano la mia vita?

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)