Catechesi

dell'anno pastorale

2002 - 2003

 

a cura di

Don Carlo Salvador

LA PARABOLA DELLA CROCE

Parrocchia di Campolongo

Conegliano, settembre 2003

 

PREMESSA

 

 

L’annuncio della Parola è il primo percorso del cammino ecclesiale.

La Parola rivela il disegno di Dio, suscita fede e conversione e apre spazi nuovi.

Annunciare la Parola è la missione di Gesù e della Chiesa (Mc 3,14; Lc 9,2).

Senza la Parola lo Spirito non può guidare in tutta la verità né santificare attraverso i sacramenti né edificare la comunità cristiana nella carità (cf. Mt 16,12-15).

Ascoltare e annunciare la Parola è la prima responsabilità del pastore e dei fedeli.

La Parola va seminata ovunque, con fiducia che essa porterà frutto abbondante.

Già Isaia annunciava che la parola uscita dalla bocca del Signore non tornerà a lui senza aver compiuto ciò per cui l’ha mandata (cf. Is 55, 10-11).

 

Gesù ascolta la Parola e la pratica agendo perché si compiano le Scritture (cf. Lc 22,37).

Egli sa che gli ascoltatori non sono in grado di portare sempre il peso di ciò che dice, ma anche che lo Spirito dirà tutto ciò che ascolta e li porterà nella verità intera (cf. Gv 16,13).

Lo Spirito ascolta la Parola con i discepoli e per loro, per rivelarla loro nei momenti e nei modi in cui possono comprenderla. La parola è come la semente che cresce nel tempo.

L’ascolto richiede i tempi lunghi e la fiducia illimitata del bambino.

Chi ascolta la Parola deve poter dire: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (Sal 131,2).

 

Gesù non concede compromessi sulla Parola e non si lascia condizionare.

Davanti al fatto che molti discepoli si tirano indietro e non vanno più con lui dice ai Dodici: “Forse anche voi volete andare?” (Gv 6,67) e a Pietro che protesta davanti all’annuncio della Passione dice: “Va dietro di me, Satana!” (Mt 16,23). I veri ascoltatori non giudicano la Parola né la aggiustano ma si lasciano giudicare da essa.  

 

Gesù parlava a tutti in parabole (Sal 78,12) e le spiegava al gruppo di discepoli in privato o perché essi lo interrogavano o di sua iniziativa. In questo modo li educava a condividere la fede e a diventare comunità. Condividere la Parola nei gruppi ecclesiali è importante come ascoltarla personalmente. Lo Spirito trova lo spazio per educare all’unica fede e creare le collaborazioni necessarie per testimoniarla.

 

La parola viene detta per far ardere il cuore (Lc 24,32).

Credere in Gesù impegna il cuore, che ha ragioni che la mente non conosce.

Il discepolo che Gesù amava e Maria di Magdala arrivano per primi alla fede, grazie alla relazione affettiva profonda che li legava a Gesù (cf. Gv 19,39; 20,8.16).

L’ascolto della Parola fa crescere in età sapienza e grazia, come Gesù (cf. Lc 2,52).

 

Pubblico le catechesi tenute nell’anno pastorale 2002-2003 per andare incontro a quanti desiderano stare sulla Parola ascoltata. La corredo di citazioni bibliche per aiutare ad ampliare ulteriormente la sua risonanza con la propria ricerca.

 

Accogliete la parola piantata, quella che può salvare le vostre anime. Divenite poi facitori della parola e non solo uditori ingannanti voi stessi. Perché se qualcuno è uditore della parola e non facitore, questi è conforme a un uomo che contempla il volto della sua nascita in uno specchio: contemplò infatti se stesso e se ne andò e subito dimenticò quale era.

Chi invece si china sulla legge perfetta e vi rimane saldo, divenuto non ascoltatore smemorato ma facitore d’opera, sarà beato nel suo agire (Gc 1,21-25).