Omelie
di Quaresima
2007
a cura di
don Carlo Salvador
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LE
CENERI 2007
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Questa
liturgia è la porta che apre sulla quaresima.
Ci
introduce a vivere la quaresima, nel tempo della abbondanza e dei
consumi.
Il profeta Gioele dà
la lieta notizia: Dio è misericordioso, buono e pieno di amore
verso chi vive nella sventura. Ci sono tempi, anche nella vita
umana, in cui chi ama prende l’iniziativa per la riconciliazione,
si rende disponibile a incontrare, perdonare e benedire. L’amore
di Dio attrae e chiede di ritornare alle relazioni della vita con
tutto il cuore.
S. Paolo si fa
ambasciatore per Cristo: Gesù che non aveva conosciuto peccato
Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché ci lasciamo
riconciliare con Dio e diventiamo giustizia di Dio per mezzo di
Cristo. Dio paga per primo il prezzo della riconciliazione.
Spiana
la strada davanti a noi. Fa lui, basta che noi ci lasciamo
riconciliare con lui.
Anche
Paolo dice che è ora il tempo opportuno, è ora il giorno
della salvezza.
Conversione,
chiedere perdono e raddrizzare la propria vita verranno di
conseguenza.
Gesù domanda che
tutto avvenga non davanti agli uomini ma davanti a Dio.
Ci
insegna a cercare la ricompensa non nella valutazione degli uomini
ma nel Padre.
La
quaresima rafforza l’ascesi, che per il cristiano è il metodo
normale di vita.
L’evangelista
Mt si rivolge agli ebrei, ligi all’osservanza delle leggi.
Li
impegna a praticare le opere buone in modo da assumere uno stile di
vita religioso.
La
quaresima invita a essere:
o
più presenti a se stessi: il digiuno aiuta a
essere signori del proprio corpo, a risvegliare la propria coscienza
e a spezzare le abitudini che ostacolano la libertà interiore.
o
più disponibili agli altri: l’elemosina
aiuta a incontrare il prossimo in una condivisine fraterna, al di là
delle chiusure e dei possibili formalismi della vita sociale ed
ecclesiale.
o
più aperti a Dio: la preghiera rende
consapevoli della nostra dipendenza radicale dalla sua parola, dalla
sua grazia e dal suo amore.
Queste
indicazioni di Gesù sono universali, impegnano AT, NT e tutte le
religioni.
Che
cosa sarebbe una religione senza questo stile di vita?
Noi
cristiani lo assumiamo in piena armonia con il vangelo, che non è
solo questo ma è essere discepoli di Gesù, che come lui vivono le
beatitudini.
S.
Benedetto raccomandava di vivere la quaresima con l’entusiasmo del
desiderio spirituale rivolto verso la pasqua. Da bravo maestro della
vita spirituale egli mette l’accento non sulla gioia, che può
esserci o non esserci e che può anche limitare l’ascesi, ma mette
l’accento sull’entusiasmo di chi crede che la parola di Dio si
compirà.
Il Padre tuo ti
ricompenserà. La quaresima prepara a celebrare la settimana
santa e la pasqua ma non si ferma li, perché apre alla parusia,
alla speranza e all’attesa della venuta di Gesù in cui entreremo
nella ricompensa del Padre nostro, quello dei cieli.
Questa,
quando verrà, sarà la grande ricompensa per l’opra di Dio e
nostra.
Il
diacono ci imporrà le ceneri dicendoci: convertitevi e credete
al vangelo.
E’
un bel messaggio per iniziare con entusiasmo la quaresima.
Ci
ricorda che siamo nati dalla terra
ma che siamo chiamati alla gloria del regno.
Il
ritorno alla terra nel sepolcro sarà per l’attesa del giorno di
Dio.
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QUARESIMA
1 C
2007
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Il
vangelo ci rivela che siamo in una condizione contraddittoria e
comunque scomoda.
Siamo
posti nello stesso tempo nella tentazione e nella trasfigurazione.
E’ la condizione dell’incarnazione, di tutta la vita di Gesù ma
che si rivela pienamente nella pasqua.
In
questa domenica meditiamo la nostra condizioni di persone tentate
dal diavolo, da colui che ha posto e pone divisione tra noi e Dio e
l’umanità e la creazione.
Tentazione
non è essere attratti dal male o dal proibito ma essere messi alla
prova, provocati a decidere se fidarci di Dio o se cercare la nostra
realizzazione lontano da lui. La tentazione è la prova affrontata
da Adamo ed Eva e che ogni uomo deve affrontare.
Dalla
tentazione viene la manifestazione della nostra santità o del
nostro peccato, il balzo in alto della vita nel divino o
l’umiliazione della vita nel peccato e nella morte.
E’
facile attualizzare la tentazione. Vediamo meraviglie e nefandezze
ogni giorno.
o
Gesù rifiuta di impiegare la sua uguaglianza con Dio,
l’esser figlio suo, per sfamare se stesso ma sceglie l’intimo
divino che è l’amore, amore-dono nella Trinità e alla creature.
La
tentazione più forte oggi è mettere al centro l’economia e la
ricchezza, dare il pane ai cani e negarlo agli uomini, quasi che sia
il possedere a dare senso e felicità alla vita.
I
beni materiali sono necessari ma non nutrono lo spirito dell’uomo,
che ha bisogno di amore, di comunione e di dono. Intanto si apre la
strada alla droga, ai cammini artificiali che fanno sognare e
permettono uscite temporanee da una vita insensata.
Abbiamo
bisogno della relazione con Gesù, pane che discende dal cielo e
nutre la vita.
E’
bene esaminarci come cerchiamo il nostro pane quotidiano per la vita
umana e divina.
o
Gesù rifiuta il mondo che il divisore gli offre in
cambio dell’obbedienza a lui.
Il
padre gli ha affidato un regno dei cieli da costruire partendo dalla
creazione attuale.
E’
una creazione da sottrarre al potere del divisore e da unificare con
il divino.
La
fatica sarà portare l’uomo attraverso la passione e la morte,
rafforzarlo perché viva dentro il mondo soggetto a Satana, in modo
da sottrarlo a lui e portarlo all’amore.
Una
volta il castello dominava il territorio e i contadini vivevano
sotto padrone. Oggi ci sono castelli irraggiungibili ai poveri in
cui il potere economico decide la loro sorte, comprese vita e morte,
attraverso la fame e le guerre. E’ bene esaminare a chi in realtà
obbediamo. Anche dentro la religiosità si nasconde la
ricerca di se stessi.
o
Gesù rifiuta di agire da figlio di Dio che può
contare sugli angeli per buttarsi dal tempio senza flagellarsi al
suolo; rifiuta di usare il suo diritto per stabilire le leggi degli
uomini.
Gesù
si lascia inchiodare e innalzare in silenzio senza scomunicare chi
lo fa. Abbiamo ecclesistici e politici che si alleano senza pudore.
Hanno perso il vangelo e prendono in mano il diritto e lo usano come
spada per dividere e costringere a stare con loro.
Non
guardano le vergogne vere: l’uso della religione per scopi
personali, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la disonestà,
l’ingiustizia e la ricchezza a servizio di pochi.
Avviene
nella politica, nel lavoro e nella società e nella organizzazione
della Chiesa.
o
La prima lettura riporta il piccolo credo di Israele.
La professione di fede è composta di due momenti. Israele
interpreta il cammino fatto con Dio e guidato da lui. Ricorda il suo
passato iniziando da Abramo, uno straniero immigrato; ricorda la sua
schiavitù ed esprime non vanagloria ma la gratitudine a Dio che gli
ha concesso liberazione e
vita.
Israele
poi offre a Dio le primizie dei frutti della terra, i primi e i più
preziosi e più amati. Consegna la sua vita a Dio. Dio dona il
cammino di liberazione ed essa gli dona la vita.
La
vedova del vangelo che mette nel tesoro del tempio ton
bion,
la sua stessa vita.
La
quaresima è tempo favorevole alla salvezza: diamo spazio
all’ascolto e alla lode.
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QUARESIMA
2 C
2007
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La
tentazione prova ogni uomo, Gesù e anche noi. Avviene nel deserto,
cioè nella solitudine dell’esistenza, dove ogni uomo decide per
chi vivere.
Oggi
la liturgia annuncia la trasfigurazione. Avviene sulla montagna,
luogo della luce, dove Gesù saliva per incontrare Dio. E’
esperienza che fa ogni uomo che cerca Dio.
Gesù
si trasfigura nel pregare, cioè mentre sta davanti a Dio nella sua
umanità, come il Verbo stava davanti a Dio nella sua divinità.
L’aspetto del suo volto diventa altro e il suo vestito diventa
bianco sfolgorante. La vita di figlio di Dio si dilata nel corpo di
Gesù rendendolo luminoso, partecipe della luce di Dio. Il divino
permea e illumina l’umano.
Questo
accade ogni volta che Gesù sta davanti a Dio, in comunione con lui,
cioè sempre. La trasfigurazione manifesta il livello di
divinizzazione a cui l’uomo Gesù è giunto.
Gesù
è come una pianta che cresce vicino all’acqua. uando
nasce la sua divinità A seconda dei tempi, delle stagioni e
dei singoli eventi che accompagnano la crescita, egli si alimenta
alla sorgente d’acqua che zampilla in lui per la vita eterna. La
divinità si espande nella sua umanità lungo il tempo della sua
vita sulla terra. La vita privata di Gesù non è meno importante di
quella pubblica. Nazaret fonda la spiritualità del quotidiano, di
coloro che si santificano nella vita normale. Gesù ha dato anche a
noi la sorgente che zampilla per la vita divina.
La
vita umana e divina crescono insieme e il divino santifica e
divinizza l’umano, quando preghiamo davanti a Dio nel cammino di
crescita. Abbiamo bisogno di riflettere.
Ci
hanno insegnato che ci salviamo in base alle opere buone che
facciamo.
Più
ne mettiamo da parte più meritiamo un posto in paradiso.
Il
paradiso sarebbe esterno a noi e si comprerebbe con le opere buone.
La
dinamica della vita spirituale è diversa: la sorgente è dentro di
noi e noi cresciamo nella vita divina ogni giorno che camminiamo con
Dio nella fedeltà alla chiamata.
Anche
Mosè ed Elia appaiono nella loro gloria, la gloria in cui sono
cresciuti nel cammino con Dio. Mosè, Elia parlano con Gesù
dell’esodo che stava per compiere in Gerusalemme. Non conosciamo
che cosa essi si sono detti; comprendiamo che hanno parlato della
pasqua di Gesù come sorgente di gloria per lui e per la creazione.
A
Gerusalemme si compie la morte di Gesù , nella quale la luce divina
ha permeato tutta la sua corporeità. L’esodo avviene quando Gesù
è cadavere nel sepolcro. Se aveva solo la sua natura umana Gesù
sarebbe rimasto cadavere destinato a decomporsi, perché la morte è
la fine della vita. Ma la vita divina di Gesù, quando egli muore,
viene trattenuta dal Verbo di Dio e il terzo giorno ritorna entro il
cadavere e lo illumina, lo permea di sé, finché la sua umanità
partecipa della gloria di Dio; è l’umanità di prima cresciuta
fino alla divinizzazione piena. E Gesù così diventa figlio di Dio
e Signore nella sua umanità, partecipe della sua gloria e della
gioia eterna. Quello che è avvenuto nell’incarnazione è
cresciuto nella vita e si manifesta nel sepolcro, il grembo materno
in cui Gesù diventa figlio di Dio in pienezza, unendo il divino
all’umano e trasfigurando/glorificandolo.
Possiamo
capire la voce dalla nube che dice: questi è il mio figlio,
l’eletto, lui ascoltate.
Il
verbo greco akouw
significa ascolto ma
anche conosco, do retta, obbedisco.
La
voce non invita ad ascoltare le parole di Gesù, perché egli non
dice niente durante la trasfigurazione. Dio invita a conoscerlo, a
seguirlo, a vivere la nostra trasfigurazione.
E’
una rivelazione di portata straordinaria: la vita del cristiano è
pasqua ogni giorno, passaggio di Dio che entra nell’uomo, lo
trasfigura accrescendo la sua vita divina.
In
particolare ogni domenica, quando ci riuniamo davanti a Dio,
convocati da lui.
Nella
trasfigurazione nella morte saremo per sempre gli illuminati.
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QUARESIMA
3 C
2007
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La
liturgia festiva è divisa in tre
cicli: A,B,C. La quaresima nel ciclo A segue l’itinerario
battesimale, nel ciclo B la vita di Cristo e nel ciclo C il cammino
penitenziale. Questi temi partono dalla terza domenica, perché la
prima e la seconda presentano le tentazioni e la trasfigurazione. In
questa terza domenica le tre letture annunciano la conversione.
o
Paolo scrive ai Corinzi che Dio non si compiacque
nella maggioranza degli ebrei che uscirono dall’Egitto: i
nostri padri, osserva Paolo, furono abbattuti nel deserto.
Eppure
avevano fatto esperienze straordinarie: erano tutti sotto la nube
e tutti passarono il mare e tutti mangiarono lo stesso cibo
spirituale e bevvero la stessa bevanda spirituale
La
roccia a cui bevevano era una roccia spirituale che seguiva il
popolo nel deserto.
Questa
roccia era il Cristo. Gli uomini sono tutti beneficiari degli
stessi doni di Dio.
Gli
ebrei nei segni del deserto si nutrivano anche loro del Cristo. Il
Verbo agiva già nella storia di Israele, perché tutto fu fatto per
mezzo di lui e viveva in lui. Anche per noi essere nella Chiesa non
basta per essere salvi. Bisogna corrispondere ai doni di Dio.
o
Il vangelo cita due avvenimenti tragici della storia
di Israele. Alcuni pellegrini della Galilea vengono fatti uccidere
da Pilato mentre a Gerusalemme offrivano sacrifici.
Una
torre era precipitata nella zona sud di Gerusalemme uccidendo 18
persone.
Come
interpretare questi fatti? Allora si riteneva che le persone
coinvolte erano peccatori e che Dio li aveva castigati per una colpa
propria o della loro famiglia.
Si
pensava ad esempio che il cieco nato era così per colpe commesse
dai suoi genitori.
Gli
Israeliti pensano che Dio punisca mentre egli vuole la vita. Gesù
invita ad interrogare se stessi. Questi fatti accadono perché tutti
sono peccatori e devono convertirsi.
Il
peccato produce morte e Dio per chi si converte dalla morte fa
nascere la vita.
La
quaresima domanda un cammino di conversione, perché la vita vinca
la morte.
Siamo
responsabili dei semi di morte attuali e a favorire il crescere dei
semi di vita.
La
parabola del fico adombra due insegnamenti. Il padrone è Dio, che
non tollera che il fico sfrutti il terreno senza portare frutti.
L’esistenza cristiana ha senso se porta frutti per il Signore. Il
vignaiolo è Gesù che ottiene dal Padre un altro anno di tempo e si
impegna a prestargli speciali cure che lo rendano fruttifero. La
pasqua dice cosa ha fatto Gesù per il fico. Anche oggi i cristiani
vanno coltivati con i tesori di grazia che Cristo ha affidato alla
Chiesa. E’ donato a tutti un tempo/un anno di grazia per diventare
fecondi.
o
Es 3 manifesta l’amore di Dio. Egli vede, ode e
conosce la condizione del suo popolo in Egitto e è sceso per
liberarlo attraverso Mosè. Ora Dio manda
la Chiesa
a liberare chi confida in lui.
La Chiesa
deve diventare roveto ardente dove è presente Dio, e deve agire con
lo suo stile di Dio che non è sceso per reclamare dagli egiziani
leggi giuste e una civiltà secondo
la Bibbia. Dio
viene a condurre Israele su una terra nuova.
La Chiesa
è chiamata a vedere, udire e conoscere le sofferenze del popolo e
condurlo alla terra indicata dal Concilio. Conviventi e omosessuali
sono da amare e da liberare dalla sofferenza. Di fronte alla vita
bisogna toglierci i calzari perché è sacra in tutti.
Anche
vescovi possono sbagliare. Abbiamo santi vescovi ma alcuni hanno
provocato sismi, dato scandali come la pedofilia o mancanza di
fedeltà alle promesse, sono attaccati al denaro e a sistemi
oppressori. Non parliamo dei politici cristiani che si attribuiscono
paghe scandalose contrastano con la famiglia nelle loro scelte di
vita.
o
Tutte queste cose sono state scritte per ammonimento
nostro. Stiamo legati al vangelo.
All’inizio
della Messa abbiamo pregato così: Padre santo e misericordioso,
infrangi la durezza della mente e del cuore, perché portiamo frutti
di vera e continua conversione.
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QUARESIMA
4 C
2007
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La
liturgia oggi invita alla gioia: rallegrati, Gerusalemme;
rallegrati, Chiesa.
Il
colore rosaceo delle vesti liturgiche indica che le feste pasquali
sono prossime.
Gesù
racconta una parabola preziosa. E’ un canto all’uomo, che ha una
grande dignità, sempre, anche quando è peccatore, perché rimane
figlio amato, anche se vive l’inquietudine di chi ancora non
riposa in Dio. E’ Dio infatti che ci dona di realizzare i tre
bisogni fondamentali della vita. Come il figlio minore della
parabola dipendiamo da Dio.
o
Il figlio minore insegue il bisogno di identità.
Per essere se stesso non si appiattisce sulla sua famiglia e la
lascia per un paese lontano. Cerca di trovare la sua identità
decidendo in libertà, ma soffre di aver perso la casa paterna e di
non sentirsi figlio.
I
padri della terra invecchiano e i figli si formano una nuova
famiglia senza i loro padri.
Il
padre del cielo invece vive sempre e non c’è un’altra famiglia
divina senza di lui.
Il
padre accoglie nella sua casa il figlio che ritorna e gli mette i
calzari ai piedi, segno che con lui è davvero libero e signore.
L’uomo diventa se stesso, non quando si libera dai legami che lo
costituiscono, ma quando si realizza nelle relazioni. Lì diventa
parte di altri e fecondo con loro. La crisi della famiglia fa capire
che gli sposi si realizzano non quando si liberano, separano i beni
o non hanno figli ma quando vivono la comunione.
o
Il Figlio minore insegue il bisogno di godere.
Lo cerca vivendo da dissoluto nelle feste e con le prostitute. Ogni
epoca è attuale: godere nel proibito e nella dissoluzione.
Ma
i beni si esauriscono, gli amici e le prostitute se ne vanno. Si
aggiunge la carestia, la mancanza di lavoro e quindi di pane. Il
godimento svanisce e lascia la delusione di vita.
Il
padre veste il figlio del vestito bello, gli offre la festa grande,
con banchetto e danze.
E’
l’unica festa e Dio la dona a tutti i suoi figli. Il regno dei
cieli è così nelle Scritture. Una relazione profonda con Dio ci fa
vivere le relazioni fraterne e ci rende felici.
o
Il Figlio minore insegue il bisogno di vivere.
La vita conosce la morte e l’esaurimento. Il figlio minore
manifesta la voglia di vivere quando ha nostalgia dell’abbondanza
della casa del padre e decide di ritornare, disposto a tutto. Anche
oggi tutti conserviamo il bisogno della vita eterna che ha solo Dio.
La Chiesa
deve stare con i peccatori e attendere che l’esperienza del
fallimento e della morte faccia loro sentire il bisogno di Dio.
Gli
scandali, anche le convivenze e l’omosessualità, sono necessari,
educano ai valori.
o
La parabola ha un finale aperto. Siamo noi a
decidere di fonte all’amore di Dio.
Il
padre cade sopra il collo del figlio che ritorna. Abbracciare
l’umanità gli costa la croce. Ma il suo abbraccio divino infonde
lo Spirito che guarisce la vita malandata dell’umanità, e, come
lievito, la dilata verso la glorificazione. Tutto si compie nella
pasqua di Gesù.
Anche
a noi l’abbraccio richiede di donare: lasciare che Dio agisca
nella nostra vita, restare nella casa in cui solo Dio può garantire
i nostri bisogni fondamentali.
Cerchiamo
il regno glorioso preparato da Dio fin dalla fondazione del mondo.
Gesù
va verso i peccatori e mangia con loro perché lo conoscano e lo
accolgano.
I
peccatori non sono da demonizzare ma da accogliere. Che senso ha
essere nella festa e discriminare chi è ancora in cammino? Le
persone che Dio ha abbracciato non possono giudicare i fratelli,
quasi fosse un merito loro essere dentro la casa del Padre di tutti.
Paolo
scrive: Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose
vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. La pasqua è
vicina: creiamo le condizioni per celebrarla.
Sei
persone ricevono il mandato di consegnare l’eucaristia come
ministri di comunione.
Un servizio ai malati e all’assemblea, ma anche
un segno che la comunione eucaristica richiede di non giudicare e
dividere i fratelli ma di costruire sempre comunione.
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QUARESIMA
5 C
2007
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Oggi,
25 marzo, è la solennità dell’Annunciazione. Per noi è un
evento importante perché dà il titolo alla nostra chiesa ed
è il riferimento del nostro cammino ecclesiale. Ma la
liturgia privilegia la quinta domenica di quaresima. Noi
mettiamo insieme questi due temi celebrativi. Tutte le
celebrazioni possono ispirarsi all’affresco
dell’annunciazione.
La
pagina dell’adultera e quella dell’annunciazione ci danno
lo stesso messaggio su Dio.
Di
fronte al peccato Dio agisce in modo diverso dagli uomini. Dio
non giudica né mette a morte il peccatore ma gli dà modo di
convertirsi, aprendo davanti a lui un futuro nuovo.
o
L’angelo chiama Maria, piena di grazia e
Maria rimane turbata. Che senso ha un tale saluto, se Maria è
figlia di Israele, che è presentato dai profeti come popolo
adultero, che tradisce Dio per concedersi ad altri dei? Dio è
sposo fedele e mantiene la promessa che ha fatto dopo il
peccato di Adamo ed Eva. Colui che schiaccerà la testa al
serpente nasce ora da Maria, figlia di Israele ma creata piena
di grazia. A Israele viene data una nuova partenza. Prima
dell’annunciazione l’adulterio era considerato un peccato
grave, perché profanava l’alleanza con Dio. Mosè aveva
stabilito che l’adultera venisse lapidata.
I
Giudei lo ricordano a Gesù citando
la Scrittura
davanti all’adultera. Ma Gesù si china e scrive con il dito
sulla terra. Con quel gesto dice che
la Scrittura
, se non è letta alla luce delle cose nuove che Dio fa, perde
il suo valore e diventa parola scritta nella polvere. Bisogna
aprirsi al futuro che Dio apre e non riferirsi al passato. Non
ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose
antiche, scrive il profeta. Ecco, io faccio una cosa
nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?Aprirò
anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.
Dio offre all’umanità adultera un nuovo futuro con lui.
Quello
che Dio sta per compiere cancella la colpa e inserisce il
passato nel nuovo.
o
L’angelo annuncia a Maria che Dio crea un uomo
nuovo: il santo e il figlio di Dio, colui che purifica quelli
che credono in lui e li rende figli di Dio e cittadini del
regno dei cieli.
Il
peccato rappresenta il
passato dell’uomo e la grazia rappresenta il suo futuro.
Gesù
annuncia ai Giudei la novità che Dio compie davanti al
peccato dell’adultera.
Dice
ai Giudei: Chi di voi è senza peccato scagli per primo la
pietra contro di lei.
Li
invita a guardarsi allo specchio e a convertirsi dal loro
peccato. Invece che mettere a morte l’adultera e
perseguitare Gesù, pensino a entrare nella novità che Dio
opera.
I
giudei si allontanano riconoscendo così che il loro peccato
era più grande di quello dell’adultera. Di scribi e farisei
è piena la terra. Anche
la Chiesa
ne conta molti nelle sue file. Il germe del fariseo che
applica la legge agli altri e non a se stesso lo troviamo in
noi al primo esame serio della nostra vita. Ma Gesù ci dà la
possibilità di convertirci.
La
seconda parola la dice all’adultera. Non ti condanno. Va
e d’ora in poi non peccare più. Gesù le dona n futuro
in cui è possibile per lei evitare una morte più disastrosa
di quella che aveva appena visto in faccia. Essa ora è
perdonata e quindi piena di grazia. Come Maria può dire il
suo eccomi, avvenga di me secondo la tua parola.
o
Due pagine evangeliche danno lo stesso messaggio
su Dio. Egli non fa ricadere il peccato sui peccatori ma sul
proprio figlio fatto, uomo perché egli vinca il tentatore.
Dio
invita l’umanità adultera a realizzarsi nel suo amore,
riscoprendo la gioia della
fedeltà a un alleanza con lui che porta la vita umana
alla gloria e alla festa eterna.
Preghiamo
il Signore di sciogliere la durezza del nostro cuore. Così
proveremo la gioia di ringraziare il Signore del dono grande
del perdono e regaleremo questa gioia anche ai nostri
fratelli, perdonando loro le loro colpe, anche quelle contro
di noi. Allora quanti hanno abbandonato il Signore e ritornano
a lui saranno scritti nel libro della vita..
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