Omelie  di Quaresima 2007

 

a cura di don Carlo Salvador

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LE CENERI 2007

QUARESIMA  1  C  2007
QUARESIMA  2  C  2007
QUARESIMA  3  C  2007

QUARESIMA  4  C  2007

QUARESIMA  5  C  2007

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LE CENERI  2007

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Questa liturgia è la porta che apre sulla quaresima.

Ci introduce a vivere la quaresima, nel tempo della abbondanza e dei consumi.

 Il profeta Gioele dà la lieta notizia: Dio è misericordioso, buono e pieno di amore verso chi vive nella sventura. Ci sono tempi, anche nella vita umana, in cui chi ama prende l’iniziativa per la riconciliazione, si rende disponibile a incontrare, perdonare e benedire. L’amore di Dio attrae e chiede di ritornare alle relazioni della vita con tutto il cuore.

 S. Paolo si fa ambasciatore per Cristo: Gesù che non aveva conosciuto peccato Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché ci lasciamo riconciliare con Dio e diventiamo giustizia di Dio per mezzo di Cristo. Dio paga per primo il prezzo della riconciliazione.

Spiana la strada davanti a noi. Fa lui, basta che noi ci lasciamo riconciliare con lui.

Anche  Paolo dice che è ora il tempo opportuno, è ora il giorno della salvezza.

Conversione, chiedere perdono e raddrizzare la propria vita verranno di conseguenza. 

 Gesù domanda che tutto avvenga non davanti agli uomini ma davanti a Dio.

Ci insegna a cercare la ricompensa non nella valutazione degli uomini ma nel Padre.

La quaresima rafforza l’ascesi, che per il cristiano è il metodo normale di vita.

L’evangelista  Mt si rivolge agli ebrei, ligi all’osservanza delle leggi.

Li impegna a praticare le opere buone in modo da assumere uno stile di vita religioso.

La quaresima invita a essere:

o       più presenti a se stessi: il digiuno aiuta a essere signori del proprio corpo, a risvegliare la propria coscienza e a spezzare le abitudini che ostacolano la libertà interiore.

o       più disponibili agli altri: l’elemosina aiuta a incontrare il prossimo in una condivisine fraterna, al di là delle chiusure e dei possibili formalismi della vita sociale ed ecclesiale.

o       più aperti a Dio: la preghiera rende consapevoli della nostra dipendenza radicale dalla sua parola, dalla sua grazia e dal suo amore.

Queste indicazioni di Gesù sono universali, impegnano AT, NT e tutte le religioni.

Che cosa sarebbe una religione senza questo stile di vita?

Noi cristiani lo assumiamo in piena armonia con il vangelo, che non è solo questo ma è essere discepoli di Gesù, che come lui vivono le beatitudini.

S. Benedetto raccomandava di vivere la quaresima con l’entusiasmo del desiderio spirituale rivolto verso la pasqua. Da bravo maestro della vita spirituale egli mette l’accento non sulla gioia, che può esserci o non esserci e che può anche limitare l’ascesi, ma mette l’accento sull’entusiasmo di chi crede che la parola di Dio si compirà.

 Il Padre tuo ti ricompenserà. La quaresima prepara a celebrare la settimana santa e la pasqua ma non si ferma li, perché apre alla parusia, alla speranza e all’attesa della venuta di Gesù in cui entreremo nella ricompensa del Padre nostro, quello dei cieli.

Questa, quando verrà, sarà la grande ricompensa per l’opra di Dio e nostra.

Il diacono ci imporrà le ceneri dicendoci: convertitevi e credete al vangelo.

E’ un bel messaggio per iniziare con entusiasmo la quaresima.

Ci ricorda che siamo nati dalla terra  ma che siamo chiamati alla gloria del regno.

Il ritorno alla terra nel sepolcro sarà per l’attesa del giorno di Dio.

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QUARESIMA  1  C  2007

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Il vangelo ci rivela che siamo in una condizione contraddittoria e comunque scomoda.

Siamo posti nello stesso tempo nella tentazione e nella trasfigurazione. E’ la condizione dell’incarnazione, di tutta la vita di Gesù ma che si rivela pienamente nella pasqua.

In questa domenica meditiamo la nostra condizioni di persone tentate dal diavolo, da colui che ha posto e pone divisione tra noi e Dio e l’umanità e la creazione.

Tentazione non è essere attratti dal male o dal proibito ma essere messi alla prova, provocati a decidere se fidarci di Dio o se cercare la nostra realizzazione lontano da lui. La tentazione è la prova affrontata da Adamo ed Eva e che ogni uomo deve affrontare.

Dalla tentazione viene la manifestazione della nostra santità o del nostro peccato, il balzo in alto della vita nel divino o l’umiliazione della vita nel peccato e nella morte.

E’ facile attualizzare la tentazione. Vediamo meraviglie e nefandezze ogni giorno.

o       Gesù rifiuta di impiegare la sua uguaglianza con Dio, l’esser figlio suo, per sfamare se stesso ma sceglie l’intimo divino che è l’amore, amore-dono nella Trinità e alla creature.

La tentazione più forte oggi è mettere al centro l’economia e la ricchezza, dare il pane ai cani e negarlo agli uomini, quasi che sia il possedere a dare senso e felicità alla vita.

I beni materiali sono necessari ma non nutrono lo spirito dell’uomo, che ha bisogno di amore, di comunione e di dono. Intanto si apre la strada alla droga, ai cammini artificiali che fanno sognare e permettono uscite temporanee da una vita insensata.

Abbiamo bisogno della relazione con Gesù, pane che discende dal cielo e nutre la vita.

E’ bene esaminarci come cerchiamo il nostro pane quotidiano per la vita umana e divina.

o       Gesù rifiuta il mondo che il divisore gli offre in cambio dell’obbedienza a lui.

Il padre gli ha affidato un regno dei cieli da costruire partendo dalla creazione attuale.

E’ una creazione da sottrarre al potere del divisore e da unificare con il divino.

La fatica sarà portare l’uomo attraverso la passione e la morte, rafforzarlo perché viva dentro il mondo soggetto a Satana, in modo da sottrarlo a lui e portarlo all’amore.

Una volta il castello dominava il territorio e i contadini vivevano sotto padrone. Oggi ci sono castelli irraggiungibili ai poveri in cui il potere economico decide la loro sorte, comprese vita e morte, attraverso la fame e le guerre. E’ bene esaminare a chi in realtà   obbediamo. Anche dentro la religiosità si nasconde la ricerca di se stessi.

o       Gesù rifiuta di agire da figlio di Dio che può contare sugli angeli per buttarsi dal tempio senza flagellarsi al suolo; rifiuta di usare il suo diritto per stabilire le leggi degli uomini.

Gesù si lascia inchiodare e innalzare in silenzio senza scomunicare chi lo fa. Abbiamo ecclesistici e politici che si alleano senza pudore. Hanno perso il vangelo e prendono in mano il diritto e lo usano come spada per dividere e costringere a stare con loro.

Non guardano le vergogne vere: l’uso della religione per scopi personali, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la disonestà, l’ingiustizia e la ricchezza a servizio di pochi.

Avviene nella politica, nel lavoro e nella società e nella organizzazione della Chiesa.

o       La prima lettura riporta il piccolo credo di Israele. La professione di fede è composta di due momenti. Israele interpreta il cammino fatto con Dio e guidato da lui. Ricorda il suo passato iniziando da Abramo, uno straniero immigrato; ricorda la sua schiavitù ed esprime non vanagloria ma la gratitudine a Dio che gli ha concesso liberazione  e vita.

Israele poi offre a Dio le primizie dei frutti della terra, i primi e i più preziosi e più amati. Consegna la sua vita a Dio. Dio dona il cammino di liberazione ed essa gli dona la vita.

La vedova del vangelo che mette nel tesoro del tempio ton bion, la sua stessa vita.

La quaresima è tempo favorevole alla salvezza: diamo spazio all’ascolto e alla lode.

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QUARESIMA  2  C  2007

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La tentazione prova ogni uomo, Gesù e anche noi. Avviene nel deserto, cioè nella solitudine dell’esistenza, dove ogni uomo decide per chi vivere.

Oggi la liturgia annuncia la trasfigurazione. Avviene sulla montagna, luogo della luce, dove Gesù saliva per incontrare Dio. E’ esperienza che fa ogni uomo che cerca Dio.

Gesù si trasfigura nel pregare, cioè mentre sta davanti a Dio nella sua umanità, come il Verbo stava davanti a Dio nella sua divinità. L’aspetto del suo volto diventa altro e il suo vestito diventa bianco sfolgorante. La vita di figlio di Dio si dilata nel corpo di Gesù rendendolo luminoso, partecipe della luce di Dio. Il divino permea e illumina l’umano.

Questo accade ogni volta che Gesù sta davanti a Dio, in comunione con lui, cioè sempre. La trasfigurazione manifesta il livello di divinizzazione a cui l’uomo Gesù è giunto.

Gesù è come una pianta che cresce vicino all’acqua. uando nasce la sua divinità A seconda dei tempi, delle stagioni e dei singoli eventi che accompagnano la crescita, egli si alimenta alla sorgente d’acqua che zampilla in lui per la vita eterna. La divinità si espande nella sua umanità lungo il tempo della sua vita sulla terra. La vita privata di Gesù non è meno importante di quella pubblica. Nazaret fonda la spiritualità del quotidiano, di coloro che si santificano nella vita normale. Gesù ha dato anche a noi la sorgente che zampilla per la vita divina.

La vita umana e divina crescono insieme e il divino santifica e divinizza l’umano, quando preghiamo davanti a Dio nel cammino di crescita. Abbiamo bisogno di riflettere.

Ci hanno insegnato che ci salviamo in base alle opere buone che facciamo.

Più ne mettiamo da parte più meritiamo un posto in paradiso.

Il paradiso sarebbe esterno a noi e si comprerebbe con le opere buone.

La dinamica della vita spirituale è diversa: la sorgente è dentro di noi e noi cresciamo nella vita divina ogni giorno che camminiamo con Dio nella fedeltà alla chiamata.

Anche Mosè ed Elia appaiono nella loro gloria, la gloria in cui sono cresciuti nel cammino con Dio. Mosè, Elia parlano con Gesù dell’esodo che stava per compiere in Gerusalemme. Non conosciamo che cosa essi si sono detti; comprendiamo che hanno parlato della pasqua di Gesù come sorgente di gloria per lui e per la creazione.

A Gerusalemme si compie la morte di Gesù , nella quale la luce divina ha permeato tutta la sua corporeità. L’esodo avviene quando Gesù è cadavere nel sepolcro. Se aveva solo la sua natura umana Gesù sarebbe rimasto cadavere destinato a decomporsi, perché la morte è la fine della vita. Ma la vita divina di Gesù, quando egli muore, viene trattenuta dal Verbo di Dio e il terzo giorno ritorna entro il cadavere e lo illumina, lo permea di sé, finché la sua umanità partecipa della gloria di Dio; è l’umanità di prima cresciuta fino alla divinizzazione piena. E Gesù così diventa figlio di Dio e Signore nella sua umanità, partecipe della sua gloria e della gioia eterna. Quello che è avvenuto nell’incarnazione è cresciuto nella vita e si manifesta nel sepolcro, il grembo materno in cui Gesù diventa figlio di Dio in pienezza, unendo il divino all’umano e trasfigurando/glorificandolo.

Possiamo capire la voce dalla nube che dice: questi è il mio figlio, l’eletto, lui ascoltate.  

Il verbo greco akouw significa  ascolto ma anche conosco, do retta, obbedisco.

La voce non invita ad ascoltare le parole di Gesù, perché egli non dice niente durante la trasfigurazione. Dio invita a conoscerlo, a seguirlo, a vivere la nostra trasfigurazione.

E’ una rivelazione di portata straordinaria: la vita del cristiano è pasqua ogni giorno, passaggio di Dio che entra nell’uomo, lo trasfigura accrescendo la sua vita divina.

In particolare ogni domenica, quando ci riuniamo davanti a Dio, convocati da lui.

Nella trasfigurazione nella morte saremo per sempre gli illuminati.

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QUARESIMA  3  C  2007

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La liturgia festiva è divisa in  tre cicli: A,B,C. La quaresima nel ciclo A segue l’itinerario battesimale, nel ciclo B la vita di Cristo e nel ciclo C il cammino penitenziale. Questi temi partono dalla terza domenica, perché la prima e la seconda presentano le tentazioni e la trasfigurazione. In questa terza domenica le tre letture annunciano la conversione.

o       Paolo scrive ai Corinzi che Dio non si compiacque nella maggioranza degli ebrei che uscirono dall’Egitto: i nostri padri, osserva Paolo, furono abbattuti nel deserto.

Eppure avevano fatto esperienze straordinarie: erano tutti sotto la nube e tutti passarono il mare e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale e bevvero la stessa bevanda spirituale

La roccia a cui bevevano era una roccia spirituale che seguiva il popolo nel deserto.

Questa roccia era il Cristo. Gli uomini sono tutti beneficiari degli stessi doni di Dio.

Gli ebrei nei segni del deserto si nutrivano anche loro del Cristo. Il Verbo agiva già nella storia di Israele, perché tutto fu fatto per mezzo di lui e viveva in lui. Anche per noi essere nella Chiesa non basta per essere salvi. Bisogna corrispondere ai doni di Dio.

o       Il vangelo cita due avvenimenti tragici della storia di Israele. Alcuni pellegrini della Galilea vengono fatti uccidere da Pilato mentre a Gerusalemme offrivano sacrifici.

Una torre era precipitata nella zona sud di Gerusalemme uccidendo 18 persone.

Come interpretare questi fatti? Allora si riteneva che le persone coinvolte erano peccatori e che Dio li aveva castigati per una colpa propria o della loro famiglia.

Si pensava ad esempio che il cieco nato era così per colpe commesse dai suoi genitori.

Gli Israeliti pensano che Dio punisca mentre egli vuole la vita. Gesù invita ad interrogare se stessi. Questi fatti accadono perché tutti sono peccatori e devono convertirsi.

Il peccato produce morte e Dio per chi si converte dalla morte fa nascere la vita.

La quaresima domanda un cammino di conversione, perché la vita vinca la morte.

Siamo responsabili dei semi di morte attuali e a favorire il crescere dei semi di vita. 

La parabola del fico adombra due insegnamenti. Il padrone è Dio, che non tollera che il fico sfrutti il terreno senza portare frutti. L’esistenza cristiana ha senso se porta frutti per il Signore. Il vignaiolo è Gesù che ottiene dal Padre un altro anno di tempo e si impegna a prestargli speciali cure che lo rendano fruttifero. La pasqua dice cosa ha fatto Gesù per il fico. Anche oggi i cristiani vanno coltivati con i tesori di grazia che Cristo ha affidato alla Chiesa. E’ donato a tutti un tempo/un anno di grazia per diventare fecondi.

o       Es 3 manifesta l’amore di Dio. Egli vede, ode e conosce la condizione del suo popolo in Egitto e è sceso per liberarlo attraverso Mosè. Ora Dio manda la Chiesa a liberare chi confida in lui. La Chiesa deve diventare roveto ardente dove è presente Dio, e deve agire con lo suo stile di Dio che non è sceso per reclamare dagli egiziani leggi giuste e una civiltà secondo la Bibbia. Dio viene a condurre Israele su una terra nuova.

La Chiesa è chiamata a vedere, udire e conoscere le sofferenze del popolo e condurlo alla terra indicata dal Concilio. Conviventi e omosessuali sono da amare e da liberare dalla sofferenza. Di fronte alla vita bisogna toglierci i calzari perché è sacra in tutti.

Anche vescovi possono sbagliare. Abbiamo santi vescovi ma alcuni hanno provocato sismi, dato scandali come la pedofilia o mancanza di fedeltà alle promesse, sono attaccati al denaro e a sistemi oppressori. Non parliamo dei politici cristiani che si attribuiscono paghe scandalose contrastano con la famiglia nelle loro scelte di vita.

o       Tutte queste cose sono state scritte per ammonimento nostro. Stiamo legati al vangelo.

All’inizio della Messa abbiamo pregato così: Padre santo e misericordioso, infrangi la durezza della mente e del cuore, perché portiamo frutti di vera e continua conversione.

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QUARESIMA  4  C  2007

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La liturgia oggi invita alla gioia: rallegrati, Gerusalemme; rallegrati, Chiesa.

Il colore rosaceo delle vesti liturgiche indica che le feste pasquali sono prossime.

Gesù racconta una parabola preziosa. E’ un canto all’uomo, che ha una grande dignità, sempre, anche quando è peccatore, perché rimane figlio amato, anche se vive l’inquietudine di chi ancora non riposa in Dio. E’ Dio infatti che ci dona di realizzare i tre bisogni fondamentali della vita. Come il figlio minore della parabola dipendiamo da Dio.

o       Il figlio minore insegue il bisogno di identità. Per essere se stesso non si appiattisce sulla sua famiglia e la lascia per un paese lontano. Cerca di trovare la sua identità decidendo in libertà, ma soffre di aver perso la casa paterna e di non sentirsi figlio.

I padri della terra invecchiano e i figli si formano una nuova famiglia senza i loro padri.

Il padre del cielo invece vive sempre e non c’è un’altra famiglia divina senza di lui.

Il padre accoglie nella sua casa il figlio che ritorna e gli mette i calzari ai piedi, segno che con lui è davvero libero e signore. L’uomo diventa se stesso, non quando si libera dai legami che lo costituiscono, ma quando si realizza nelle relazioni. Lì diventa parte di altri e fecondo con loro. La crisi della famiglia fa capire che gli sposi si realizzano non quando si liberano, separano i beni o non hanno figli ma quando vivono la comunione.

o       Il Figlio minore insegue il bisogno di godere. Lo cerca vivendo da dissoluto nelle feste e con le prostitute. Ogni epoca è attuale: godere nel proibito e nella dissoluzione.

Ma i beni si esauriscono, gli amici e le prostitute se ne vanno. Si aggiunge la carestia, la mancanza di lavoro e quindi di pane. Il godimento svanisce e lascia la delusione di vita.

Il padre veste il figlio del vestito bello, gli offre la festa grande, con banchetto e danze.

E’ l’unica festa e Dio la dona a tutti i suoi figli. Il regno dei cieli è così nelle Scritture. Una relazione profonda con Dio ci fa vivere le relazioni fraterne e ci rende felici.

o       Il Figlio minore insegue il bisogno di vivere. La vita conosce la morte e l’esaurimento. Il figlio minore manifesta la voglia di vivere quando ha nostalgia dell’abbondanza della casa del padre e decide di ritornare, disposto a tutto. Anche oggi tutti conserviamo il bisogno della vita eterna che ha solo Dio. La Chiesa deve stare con i peccatori e attendere che l’esperienza del fallimento e della morte faccia loro sentire il bisogno di Dio.

Gli scandali, anche le convivenze e l’omosessualità, sono necessari, educano ai valori.

o       La parabola ha un finale aperto. Siamo noi a decidere di fonte all’amore di Dio.

Il padre cade sopra il collo del figlio che ritorna. Abbracciare l’umanità gli costa la croce. Ma il suo abbraccio divino infonde lo Spirito che guarisce la vita malandata dell’umanità, e, come lievito, la dilata verso la glorificazione. Tutto si compie nella pasqua di Gesù.

Anche a noi l’abbraccio richiede di donare: lasciare che Dio agisca nella nostra vita, restare nella casa in cui solo Dio può garantire i nostri bisogni fondamentali.

Cerchiamo il regno glorioso preparato da Dio fin dalla fondazione del mondo.

Gesù va verso i peccatori e mangia con loro perché lo conoscano e lo accolgano.

I peccatori non sono da demonizzare ma da accogliere. Che senso ha essere nella festa e discriminare chi è ancora in cammino? Le persone che Dio ha abbracciato non possono giudicare i fratelli, quasi fosse un merito loro essere dentro la casa del Padre di tutti.

Paolo scrive: Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. La pasqua è vicina: creiamo le condizioni per celebrarla.

Sei persone ricevono il mandato di consegnare l’eucaristia come ministri di comunione.

Un servizio ai malati e all’assemblea, ma anche un segno che la comunione eucaristica richiede di non giudicare e dividere i fratelli ma di costruire sempre comunione.

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QUARESIMA  5  C  2007

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Oggi, 25 marzo, è la solennità dell’Annunciazione. Per noi è un evento importante perché dà il titolo alla nostra chiesa ed è il riferimento del nostro cammino ecclesiale. Ma la liturgia privilegia la quinta domenica di quaresima. Noi mettiamo insieme questi due temi celebrativi. Tutte le celebrazioni possono ispirarsi all’affresco dell’annunciazione.

La pagina dell’adultera e quella dell’annunciazione ci danno lo stesso messaggio su Dio.

Di fronte al peccato Dio agisce in modo diverso dagli uomini. Dio non giudica né mette a morte il peccatore ma gli dà modo di convertirsi, aprendo davanti a lui un futuro nuovo.

o       L’angelo chiama Maria, piena di grazia e Maria rimane turbata. Che senso ha un tale saluto, se Maria è figlia di Israele, che è presentato dai profeti come popolo adultero, che tradisce Dio per concedersi ad altri dei? Dio è sposo fedele e mantiene la promessa che ha fatto dopo il peccato di Adamo ed Eva. Colui che schiaccerà la testa al serpente nasce ora da Maria, figlia di Israele ma creata piena di grazia. A Israele viene data una nuova partenza. Prima dell’annunciazione l’adulterio era considerato un peccato grave, perché profanava l’alleanza con Dio. Mosè aveva stabilito che l’adultera venisse lapidata.

I Giudei lo ricordano a Gesù citando la Scrittura davanti all’adultera. Ma Gesù si china e scrive con il dito sulla terra. Con quel gesto dice che la Scrittura , se non è letta alla luce delle cose nuove che Dio fa, perde il suo valore e diventa parola scritta nella polvere. Bisogna aprirsi al futuro che Dio apre e non riferirsi al passato. Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche, scrive il profeta. Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Dio offre all’umanità adultera un nuovo futuro con lui.

Quello che Dio sta per compiere cancella la colpa e inserisce il passato nel nuovo.

o       L’angelo annuncia a Maria che Dio crea un uomo nuovo: il santo e il figlio di Dio, colui che purifica quelli che credono in lui e li rende figli di Dio e cittadini del regno dei cieli.

Il peccato rappresenta  il passato dell’uomo e la grazia rappresenta il suo futuro.

Gesù annuncia ai Giudei la novità che Dio compie davanti al peccato dell’adultera.

Dice ai Giudei: Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei.

Li invita a guardarsi allo specchio e a convertirsi dal loro peccato. Invece che mettere a morte l’adultera e perseguitare Gesù, pensino a entrare nella novità che Dio opera.

I giudei si allontanano riconoscendo così che il loro peccato era più grande di quello dell’adultera. Di scribi e farisei è piena la terra. Anche la Chiesa ne conta molti nelle sue file. Il germe del fariseo che applica la legge agli altri e non a se stesso lo troviamo in noi al primo esame serio della nostra vita. Ma Gesù ci dà la possibilità di convertirci.

La seconda parola la dice all’adultera. Non ti condanno. Va e d’ora in poi non peccare più. Gesù le dona n futuro in cui è possibile per lei evitare una morte più disastrosa di quella che aveva appena visto in faccia. Essa ora è perdonata e quindi piena di grazia. Come Maria può dire il suo eccomi, avvenga di me secondo la tua parola.

o       Due pagine evangeliche danno lo stesso messaggio su Dio. Egli non fa ricadere il peccato sui peccatori ma sul proprio figlio fatto, uomo perché egli vinca il tentatore.

Dio invita l’umanità adultera a realizzarsi nel suo amore, riscoprendo la gioia della  fedeltà a un alleanza con lui che porta la vita umana alla gloria e alla festa eterna.

Preghiamo il Signore di sciogliere la durezza del nostro cuore. Così proveremo la gioia di ringraziare il Signore del dono grande del perdono e regaleremo questa gioia anche ai nostri fratelli, perdonando loro le loro colpe, anche quelle contro di noi. Allora quanti hanno abbandonato il Signore e ritornano a lui saranno scritti nel libro della vita..

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo in Conegliano (TV)