Catechesi

dell'anno pastorale

2002 - 2003

 

a cura di

Don Carlo Salvador

LA PARABOLA DELLA CROCE

Parrocchia di Campolongo

Conegliano, settembre 2003

 

LO SPIRITO, TRASFORMA LA COMUNITA' IN FAMIGLIA DI DIO

 

 

Il libro degli Atti, al cap. 2, delinea come si è formata la comunità cristiana e rivela il ruolo decisivo svolto dallo Spirito Santo.

 

1  La Pentecoste

 

 1 Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2 Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 4 ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

 

Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione. Essi, fuori di sé per lo stupore dicevano: 11«li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».

Il racconto presenta l’evento della pentecoste cristiana e la trasformazione che lo Spirito ha operato nella Chiesa nascente.

Dallo Spirito viene il potere di esprimere la Parola, di annunciare le grandi opere di Dio nelle lingue e nelle culture umane e l’inaugurazione del cammino della Chiesa.

Da questo momento le cose cambiano.

Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano; Cristo è una memoria del passato; l’autorità è una dominazione; la missione è una propaganda; l’agire cristiano è una morale da schiavi.

Con lo Spirito Santo, Dio è presente; Cristo vive oggi; l’autorità è servizio liberatore; la missione è una Pentecoste; l’agire dei cristiani è deificato.

Che cosa fa lo Spirito?

 

2  L’annuncio degli apostoli.

 

Pietro evoca l’effusione dello Spirito Santo predetta da Gioele e la collega all’effusione dello Spirito operata da Gesù glorificato nella pentecoste cristiana.

La profezia, le visioni e i sogni sono indicativi del futuro che Dio prepara all’umanità e sono effetto dell’azione dello Spirito.

 

14 Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: “16 Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:  17 Negli ultimi giorni, dice il Signore,  Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;  i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,  i vostri giovani avranno visioni  e i vostri anziani faranno dei sogni.  18 E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno.

 

Il dono dello Spirito è frutto della pasqua di Gesù.

 

22 Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, 23 dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. 24 Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte.

 

L’iniziativa di mandare lo Spirito è del Padre e del Figlio e manifesta la signoria di Gesù.

32 Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. 33 Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. 36 Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!”.

 

Chi crede a questo annuncio viene battezzato nello Spirito e diventa membro della Chiesa, famiglia del Signore. Siamo stati battezzati in un solo Spirito (1Cor 12,13).

41 Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.

 

3  La prima comunità cristiana

 

La Chiesa si manifesta come realtà nuova, superiore alla comunità di Israele per quello che Dio crea in essa.

 

42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. 43 Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45 chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

 

Questo racconto ci permette di individuare le trasformazioni operate dallo Spirito.

La Chiesa si configura come una comunità umana che vive sulla terra e nella storia ma viene trasformata in realtà divina. La Chiesa diventa il nuovo corpo di Cristo, una realtà sacramentale che fonde la vita umana e quella divina in un'unica esistenza.

Il compenetrarsi tra umano e divino è operato dallo Spirito lungo i percorsi vissuti da Gesù.

 

3.1    Ascolto della parola di Dio.

 

Gli Apostoli sono i testimoni accreditati della risurrezione, della predicazione e dei segni operati da Gesù. La loro testimonianza si esprime nel dare loro continuità nella storia secondo la missione ricevuta da Gesù. La nuova alleanza, nata dalla croce, vive nella famiglia di Dio, di cui la madre di Gesù e il discepolo che egli amava erano la primizia feconda. Da questa testimonianza scaturiscono la fede e le Scritture del NT.

E’ l’annuncio fondante la nuova alleanza.

Da questa evangelizzazione scaturiscono la fede della Chiesa e le Scritture del NT. 

Egli conduce alla prova, ma assiste nella lotta per­ché i discepoli escano vincenti.

L’azione dello Spirito nella parola sarà decisiva nel momento della prova.

“Non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire. Non siete infatti voi a parlare ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10,19-20).

La parola provoca l’ardere del cuore, la conversione, la fede e l’adesione alla comunità.

Lo Spirito dice alla Chiesa, lungo la sua storia, le cose che Gesù non ha potuto dire mentre era nel mondo, perché i discepoli non erano ancora capaci di conoscerle e viverle.

Lo Spirito sbuccia la parola di Gesù perché diventi parola di Dio creatrice di eventi nuovi, che alimenta la nostra via secondo le nostre necessità. Lo Spirito solo conosce le cose di Dio e le rivela. Lo Spirito aiuta a condividere e mantenere la parola di Gesù.

Nella condivisione nei discepoli iniziano e maturano la comunione ecclesiale in modo che Gesù stesso vive in loro.

La fede nella parola provoca l’adesione alla comunità cristiana creando un vincolo più forte del vincolo di sangue perché fa appartenere a Dio e al suo Regno.

“A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangui né da volontà di carne né da volontà di uomo ma da Dio sono stati generati” (Gv 1,12-13).

 

3.2    La celebrazione dei segni di Gesù.

 

“Gesù fece i Dodici che chiamò anche inviati, perché fossero con lui e per mandarli ad annunciare e avere il potere di cacciare i demoni” (Mc 3,14-15).

Se li era scelti per mezzo dello Spirito Santo (At 1,2).

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che la accompagnavano (Mc 16,20).

Lo Spirito realizzerà la promessa, che è per quanti il Signore Dio nostro chiamerà (cf. At,2,39). Questa realizzazione avviene nei sacramenti dell’iniziazione cristiana.

 

·         Il battesimo.

 

Pietro disse: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri peccati” (At 2,38). La sera del giorno dopo il sabato Gesù stette in mezzo ai discepoli e soffiò e disse a loro: “Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimettete i peccati, sono loro rimessi; a chi li ritenete, sono ritenuti” (Gv 20,22-23).

Il gesto evoca il soffio creativo delle origini, perché inizi una nuova creazione.

Questo avviene quando la potenza dello Spirito Santo fa sì che coloro che ricevono il battesimo nell’acqua siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale (cf. Rito del battesimo).

 

·         La confermazione.

 

Pietro disse: “Dopo riceverete il dono dello Spirito” (At 2,38).

Il Vescovo nell’imposizione delle mani invoca lo Spirito perché confermi i battezzati con la ricchezza dei suoi doni e con l’unzione crismale li renda pienamente conformi a Cristo (cf. Rito della confermazione).

 

·         La frazione del pane.

 

46 Ogni giorno tutti insieme spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.

Lo spezzare il pane e il benedire Dio erano i gesti familiari nella vita con Gesù.

Quando il Risorto compie questo gesto a Emmaus viene riconosciuto (Lc 24, 31).

Gesù ha stabilito che questi segni continuino nella memoria della Chiesa.

Nell’eucaristia Gesù nutre la Chiesa e lo Spirito santo fa di essa un solo corpo. 

Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo (cf. Preghiera eucaristica II).

Donaci la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo Spirito (cf. preghiera eucaristica III).

A tutti coloro che mangeranno di quest’unico pane e berranno di quest’unico calice, concedi che riuniti in un solo corpo dallo Spirito santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria (cf. Preghiera eucaristica IV).

 

·         L’unione fraterna.

 

Si stabilisce tra i fedeli un forte vincolo di fraternità reso possibile dalla carità di Dio.

Nella comunità i discepoli stanno insieme e mettono in comune le proprietà e le sostanze per farne parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). L’amore dei credenti in Cristo è un amore sacramentale, amore umano e insieme divino, primizia della nuova creazione.

 

 

4  Il costituirsi della comunità

 

Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati (At 2,48).

La comunità cristiana prende forma così e così cresce spinta dalla forza dello Spirito.

Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio (Rm 8,14).

L’azione dello Spirito trasforma i singoli e la comunità.

“E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello spirito del Signore” (2Cor 3,18).

Riscontriamo nella comunità delle origini i tratti della famiglia di Dio che nasce dalla croce, e che essa è frutto del fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio (Gal 4,6). Per mezzo Cristo possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito.

Così non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimore di Dio per mezzo dello Spirito (Ef 3, 18-22).

Le possibilità della comunità cristiana dipendono dallo Spirito.

Gesù stesso dice: E’ bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato ve lo manderò (Gv 16,7).

I Padri del deserto distinguono nella vita cristiana tre stadi:

 

·         La purificazione.

 

Il battesimo stacca da satana e fa aderire a Cristo e genera la lotta fra bene e male.

Digiuno e preghiera sono modi di vivere spirituali e desiderio di elevazione, rinuncia al passeggero e tensione all’eterno. Il distacco da ciò che ci rende troppo materiali non è disprezzo e ci impedisce di diventare schiavi. Tutto è buono ma noi dobbiamo essere liberi per un rapporto permanente con Dio.

 

·         La contemplazione.

 

La cresima mette occhi che vedono meglio e di più il Dio della vita.

L’organo della contemplazione è il cuore, dove abita lo Spirito.

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

 

·         La divinizzazione.

 

L’eucaristia ci rende consanguinei di Cristo e, come pane quotidiano, approfondisce il rapporto di comunione con il Cristo, con il Padre e con la Chiesa che non si esaurisce mai.